Maledette bollette, gli odiati pagamenti delle stesse (mai però odiate quanto le tasse) sono un’incombenze dalla quale non possiamo esimerci. Ma cosa succede effettivamente se non paghiamo? Vediamo brevemente le varie fasi che seguirebbero l’iter di mancato pagamento di una bolletta.

Bollette non pagate, che succede?

Ricordiamo che le aziende che forniscono i nostri servizi, come acqua, gas e luce, sono ormai tutti privati, quindi l’iter per la riscossione del credito non pagato ora è un po’ più lungo, rispetto alle procedure che invece fanno seguito ai mancati pagamenti per le pubbliche amministrazioni.

Cosa succede quindi se non paghiamo la bolletta? Il primo step è quello della raccomandata con diffida. In tale diffida l’utente viene informato del debito da saldare e gli viene concesso un termine.

Alla fine del termine, l’azienda è legittimata a sospendere il servizio. In caso di successivo pagamento però il servizio viene ripristinato automaticamente entro 48 ore, e non è necessario stipulare un nuovo contratto. Per quanto riguarda invece l’utenza elettrica, prima della sospensione totale del servizio, l’azienda riduce la potenza elettrica gradualmente. Nel caso che invece l’utente abbia presentato una contestazione scritta facendo ricorso all’Autorità Garante, allora l’utenza non potrà essere sospesa, almeno fino a quando l’autorità in questione non si sarà espressa.

E se invece l’utente continua a non pagare, nonostante ne venga riconosciuto l’obbligo? A quel punto le società si attiva per la riscossione. Solitamente si procede avvalendosi di società di recupero credito esterne, dei semplici call center che ci invitano a pagare. Raramente si passa a un giudice, con vero e proprio processo civile e successivo pignoramento di beni mobili o addirittura immobili. Ricordiamo che le bollette di acqua, luce e gas vanno in prescrizione dopo 2 anni, mentre quelle del telefono dopo 5 anni. Se non sono mai giunte diffide durante questo tempo, al termine di esso il debitore è libero.