L’avvento del web ha profondamente cambiato quello che sono le regole stesse dell’acquisto di azioni e, in senso più ampio, dell’investimento in borsa. Sotto questo punto di vista internet può essere giustamente considerato una sorta di spartiacque tra due epoche differenti. Il forte ruolo che il web ha avuto nella storia degli investimenti è dovuto a quello che è il minimo comune denominatore tra due mondi che, con tutta probabilità, non sapevano di essere destinati ad incontrarsi un giorno.

Il web e la finanza, infatti, hanno lo stesso caposaldo nella naturale esigenza della velocità e proprio in nome della repentinità si sono incontrati.

Per comprare azioni, prima dell’avvento di internet, vi erano fondamentalmente due solo possibilità: le banche e le Società di Gestione del Risparmio. Il meccanismo di funzionamento di questi due canali era praticamente identico: l’investitore attivava un conto titoli e, grazie alla collaborazione puntale di un consulente, componeva quello che era il suo pacchetto azionario. Nel paniere erano presenti azioni differenti ma, in generale, si optava per una equilibratura tra titoli ciclici e titoli anticiclici in modo tale da sfruttare eventuali impennate di prezzo di specifiche azioni, salvaguardando, al tempo stesso, il proprio investimento da repentine cadute.

Il collegamento tra il detentore del pacchetto azionario e il suo consulente poteva ritenersi continuo visto e considerato che il primo era solito rivolgersi al secondo per avere lumi su alcune idee e il secondo, da parte sua, era solito informare sempre quello che a tutti gli effetti era poi l’azionista. L’attività di consulenza, sia essa posta in essere dalle banche anzicchè dalle SGR, aveva (ed ha) chiaramente un costo. In poche parole, quindi, nel caso in cui l’investimento fosse andato a buon fine, dal profitto comunque doveva essere detratta una spesa.

Un sistema simile, per tanto tempo, ha quasi escluso le fasce sociali medio basse dalla possibilità di comprare azioni.

Non ci vuole infatti la sfera di cristallo per desumere che un piccolo impiegato molto difficilmente avrebbe potuto accedere ad un sistema simile.

Come si è già messo in evidenza nella premessa l’avvento di internet ha poi cambiato le carte in tavola. Grazie al web, infatti, oggi per comprare azioni non è più indispensabile alzare la cornetta a dire al proprio consulente di cambiare il proprio portafoglio azionario, ma bastano pochi click sulle piattaforme messe a disposizione dalle banche o SGR dove si è attivato un conto titoli. Scegliendo questa strada gli ordini di trasmissione sono chiaramente più veloci ma anche questo sistema ha comunque delle spese dovute al fatto che, comunque, l’analisi fondamentale e quella tecnica vedono sempre il consulente personale in piano.

 

Piattaforme trading online: investire in azioni senza spese

Per investire in borsa senza spese, allo stato attuale dei fatti, esiste un’unica strada ed è quella del trading online. Tramite le piattaforme di trading è infatti possibile giocare in borsa non puntando sull’acquisto di un singolo titolo ma bensì su un derivato che è connesso al titolo stesso. Negli ultimi anni il numero delle piattaforme autorizzate è molto cresciuto. Generalmente gli strumenti finanziari che sono offerti da questi intermediari sono di due tipi: le opzioni binarie e i CFD ossia i contratti per differenza. Sui siti di ogni broker sono anche presenti tutta una serie di strumenti utili al traders per imparare a fare trading in assoluta tranquillità.

E’ proprio la presenza di una formazione di tipo autonomo unita alla concezione per cui la scelta di investire in questa specifica azione anzicchè in quella a determinare l’assenza di spese per chi sceglie il trading online. Ad oggi, quindi, le piattaforme sono il solo mezzo per giocare in borsa da casa senza spese.