Ricevere e gestire entrate finanziarie, effettuare transazioni e accedere ai servizi bancari: ecco tre dei principali motivi per i quali quasi tutti aprono un conto corrente. Quest’ultimo si utilizza infatti per ricevere l’accredito dello stipendio o della pensione nonché per altre forme di pagamento. Il denaro viene depositato direttamente su di esso per cui si può gestire e utilizzare in modo semplice.

Il punto di forza del conto, poi, è che anche da casa si possono effettuare molteplici operazioni e transazioni come bonifici, prelievi e pagamenti con carte di debito/credito.

In più, alcuni conti correnti possono offrire interessi sugli importi depositati anche se spesso sono più bassi rispetto ai conti deposito. Ciò può aiutare a guadagnare un piccolo interesse sui propri fondi.

Ma qualora il conto corrente si volesse chiudere, qual è il costo e i tempi?

L’inflazione

Per colpa dell’inflazione il costo del conto corrente è salito negli ultimi mesi mentre i tassi di interesse faticano a salire.

Rendimenti più alti, però, incentiverebbero le persone a essere più inclini a mettere da parte i risparmi piuttosto che spendere tutto quello che si ha.

La banca spagnola Bbva, ad esempio, ha giocato questa carta per attrarre sempre più clienti: ha alzato, infatti, i tassi di interesse sul conto corrente al 4%. Il bello è che non si deve fare nulla per ricevere tale remunerazione: basta solo aprire il conto. Si potrà poi contare su tale remunerazione fino al 31 gennaio 2025.

Chiusura conto corrente: quanto costa e qual è la tempistica?

Comparare le offerte presenti sul mercato è utile per trovare l’offerta migliore sul conto corrente. Ma nel caso quest’ultimo si volesse chiudere, c’è una tempistica da rispettare e un costo?

Ebbene, la chiusura si potrà richiedere quando si vuole purché si invii una comunicazione alla banca di appartenenza. La tempistica, invece, varierà da istituto a istituto per cui, come suggerisce Altroconsumo, sarebbe utile aprire prima un altro conto sui cui trasferire pagamenti, bonifici, etc.

Soltanto dopo questa operazione, poi, si potrà inviare una lettera (anche via e-mail) alla propria banca chiedendo la chiusura del conto. Ad essa si potranno allegare anche eventuali carte di debito/credito se emesse dalla medesima banca e assegni non usati. Nel caso si abbia un conto titoli allegato al conto corrente anche quest’ultimo andrà chiuso.

Per quanto concerne il costo di chiusura, esso dal 2007 è pari a zero. Il proprio istituto di credito potrà solo chiedere il rimborso delle spese necessarie per il trasferimento (quelle effettivamente sostenute).

Anche i costi di estinzione non si dovranno pagare. La banca richiederà però quelli di gestione del conto corrente maturati fino al giorno di chiusura. Nell caso di canoni annuali, però, si potrà chiedere all’istituto il rimborso di quelli pagati e non utilizzati.

La tempistica, come detto, sarà diversa da banca a banca: si andrà da un minimo di tre giorni a un massimo di tre mesi. Il tutto dipenderà dai servizi che si sta chiedendo di chiudere. In ogni caso, nel foglio informativo si potranno leggere i termini massimi.

Riassumendo…

1. Il costo del conto corrente è salito negli ultimi tempi per colpa dell’inflazione
2. Proprio per questo, sempre più spesso, si cercano le migliori offerte proposte
3. Nel caso di voglia chiudere il conto, qual è la tempistica e il costo?

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