Il governo Meloni è al lavoro sui nuovi bonus sociali a partire dal 1° aprile per aiutare famiglie e imprese contro il caro bollette.

La prima buona notizia riguarda il fatto che la bolletta del gas di gennaio, per coloro che si trovano nel regime di maggior tutela, è in netto calo. Il calcolo, a partire dall’andamento medio dei prezzi all’ingrosso sul mercato italiano, ha fatto registrare un ribasso del 34,2% rispetto al mese di dicembre 2022, per la cosiddetta ‘famiglia tipo’ (consumi medi di circa 1.400 metri cubi all’anno).

A comunicare i dati è stata Arera che ha fatto sapere che il costo della materia prima gas, sempre per i clienti in tutela, è pari a 68,37 euro per Megawattora. Se la bolletta di gennaio è in discesa del 34,2%, bisogna anche sottolineare come a dicembre fosse invece aumentata del 23,2%.
La situazione geopolitica globale è all’insegna dell’instabilità, quindi è impossibile prevedere se il trend in discesa sarà confermato. Al momento, a partire dalla fine di marzo, si concluderanno i bonus sociali. A cosa sta pensando nello specifico l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni?

Il governo studia nuove misure contro il caro bollette

Per la fine di marzo, come abbiamo visto, si prevede la scadenza dei bonus sociali per calmierare le bollette del gas. L’Arera e il governo Meloni stanno studiano una riforma degli sconti, in maniera tale che siano maggiormente connessi alle attitudini di consumo e risparmio delle famiglie italiane. Il primo a intervenire sulla questione è stato il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale aveva sottolineato che entro il primo aprile vi saranno misure di mitigazione dei prezzi per le famiglie, ma “in una forma diversa rispetto a quella che è stata finora, che era figlia dell’emergenza”. L’idea sarebbe quella di mettere in campo degli strumenti di premio per coloro che consumano meno.

Secondo l’Arera bisogna valutare attentamente la fattibilità

Stefano Besseghini, il presidente dell’Arera, ha dichiarato, durante un’intervista a Il Sole24 Ore, che occorre “affinare lo strumento per essere più incisivo e selettivo, e poi bisogna essere capaci di intervenire con i sostegni dove è necessario”.

L’idea è quella giusta, ma contro il caro bollette occorre mettere in campo strumenti che siano veramente selettivi, a partire da un’informazione chiara sugli indicatori di reddito e sui consumi delle famiglie. L’Arera sembra ottimista, anche se si dice cauta sulle tempistiche di un’implementazione del genere, dal momento che occorre valutare con attenzione la fattibilità. La proposta sarebbe quella di dividere la bolletta in due parti: una, che peserebbe sul 70-80% della bolletta complessiva, sarebbe in regime di tutela, un’altra, circa il 20-30%, sarebbe invece “preda” delle oscillazioni di mercato. La mossa di fondo sarebbe quella di spingere le famiglie italiane a comprimere i consumi.

Si tratta di strumenti contro il caro bollette che potrebbero essere efficaci anche in prospettiva futura, dal momento che bisognerà staccarsi dalla dipendenza del gas, ma occorrerà studiarli con estrema attenzione per far in modo che aiutino davvero chi sta in difficoltà e spingano davvero a consumare meno.

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