I buoni fruttiferi postali dal 1925, anno di nascita, sono tra i prodotti più amati dagli italiani. Il segreto di tanto successo è che sono emessi da Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dallo Stato Italiano e collocati sul mercato da Poste Italiane. Inoltre funzionano in modo molto semplice e prevedono il rimborso del capitale alla scadenza rivalutato di un certo rendimento in base al prodotto sottoscritto.

Più nel dettaglio, per chi non li conoscesse, sono degli investimenti a lungo termine che maturano interessi dopo un determinato numero di anni con una serie di vantaggi che li hanno resi molto popolari.

Uno di questi è la tassazione agevolata sugli interessi che è del 12,50%.

Ci sono però delle criticità evidenziate dall’Adiconsum come l’anticipata prescrizione, l’errato calcolo o il mancato riconoscimento del rendimento. Che fare in tal caso?

Prescrizione bfp

Tutti i buoni fruttiferi postali hanno una scadenza determinata. Dopo dieci anni da tale scadenza i titoli cadono in prescrizione, significa che non è più possibile ottenere il rimborso del capitale investito e degli interessi maturati.

È successo però che non sempre Poste abbia calcolato con esattezza la data di prescrizione. Ci sono, infatti, molte sentenze del Tribunale che lo affermano.

Una delle ultime è quella numero 356/2023 del Tribunale di Avellino che ha dato la possibilità agli eredi della loro madre defunta di ottenere, per diritto di successione, il rimborso dei buoni intestati alla donna. L’intermediario prima non aveva accettato l’eredità e poi si era rifiutato di rimborsare i titoli per avvenuta prescrizione. Questa è solo una delle sentenze a favore dei risparmiatori, ce ne sono diverse.

Se si è certi di aver subito un danno, bisogna fare il possibile per ottenere il giusto risarcimento. Purtroppo le decisioni dell’Abf non sono vincolanti e non hanno l’effetto tipico delle sentenze del giudice.

Se però l’intermediario non esegue quanto stabilito dall’Arbitro in favore del cliente, la notizia di tale inadempimento è resa pubblica sul sito ufficiale dell’Abf per 5 anni.

Inoltre è messa in evidenza sulla pagina internet iniziale dell’intermediario per 6 mesi. Bisogna quindi rivolgersi a un avvocato per salvaguardare i propri diritti.

Buoni fruttiferi postali: anticipata prescrizione, errato calcolo e mancato riconoscimento del rendimento

Adiconsum ha rivelato tre criticità inerenti ai buoni fruttiferi postali: l’anticipata prescrizione, l’errato calcolo e il mancato riconoscimento del rendimento. dei buoni fruttiferi

L’associazione ha spiegato che in circolazione in Italia ci sono circa 46 milioni di buoni fruttiferi postali. Significa quindi che tale prodotto è considerato dai risparmiatori una forma di investimento più che sicuro. In realtà non è sempre così in quanto l’Adiconsum ha individuato tre criticità.

Innanzitutto il mancato riconoscimento del giusto rendimento inerente agli ultimi dieci anni dei bfp ordinari serie Q/P. Ha rilevato inoltre l’anticipata prescrizione di 347 mila buoni a termine senza che Poste abbia informato i clienti. L’intermediario ha infatti dichiarato la prescrizione solo alla richiesta del rimborso negando quindi sia il pagamento degli interessi che delle cifra investita. Infine l’ultima criticità rilevata è l’errato calcolo della ritenuta d’imposta per i titoli di 30 anni emessi dal 1986 fino al 1996, esattamente delle serie Q-R ed S. Poste, per essi, ha effettuato la ritenuta sugli interessi maturati annualmente invece che al momento della liquidazione.

Proprio per tali motivi, l’Adiconsum ha invitato coloro che hanno tali problemi a rivolgersi a un’associazione a difesa dei consumatori per effettuare la verifica dei buoni in loro possesso e per predisporre un eventuale reclamo. Quest’ultimo è finalizzato non solo a ottenere il giusto pagamento delle somme ma anche la contestuale interruzione della prescrizione.

Montequieu diceva “un’ingiustizia fatta all’individuo è una minaccia fatta a tutta la società“.

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