Il Btp a 10 anni è arrivato a rendere quasi il 4,2% per cui ci si chiede se rimetterlo o meno nel portafoglio. Poste Italiane ha lanciato, invece, un nuovo buono fruttifero postale che dura solo 6 anni ed offre un rendimento più alto rispetto al passato.

Chi ha una piccola somma da parte è meglio che non la lasci ferma sul conto corrente. Il motivo è che non aumenterà. Anzi, diminuirà per colpa dell’inflazione. La liquidità sui conti correnti ad ottobre ha sfiorato quota 1700 miliardi di euro secondo i dati dell’Abi e la tendenza è che crescerà ancora vista la situazione futura di incertezza.

La scelta di lasciare il proprio denaro parcheggiato non premia il proprio portafoglio di investimento. C’è, infatti, una tassa occulta che erode il patrimonio fermo sul conto che si chiama inflazione. Investire, quindi, è l’unico modo per evitare che i propri risparmi perdano valore nel corso del tempo.

Btp 10 anni o buono fruttifero postale

Sono le politiche della Banca Centrale Europea e tutti agli aumenti ai tassi decisi negli ultimi mesi che hanno portato al rialzo dei rendimenti del Btp tra cui quello a 10 anni fino al 4,2%. Questo trend invoglia ad investire nuovamente nei buoni del Tesoro. Bisogna però fare attenzione e considerare con attenzione tutte le variabili.

In un’ottica di trading, spiega Michele De Michelis Responsabile Investimenti di Frame Asset Management, i Btp sono interessanti. L’incertezza politica, però, aggiunge, fa salire lo spread che è il differenziale di rendimento tra Bund a dieci anni e Btp. Nel caso in cui lo spread continui a salire insieme con i rendimenti dei titoli come i Btp, sul prezzo di questi ultimi si ha un impatto negativo. Esso è ancora più alto se la durata è lunga. Bisogna, quindi, essere sempre prudenti e valutare tutte le alternative disponibili.

E chi non vuole rischiare?

I Btp sono soggetti alla volatilità del mercato mentre il buono fruttifero postale no.

Offre, infatti, un rendimento certo nel tempo e dà la possibilità di richiedere il rimborso del denaro investito in ogni momento. Prima di un determinato periodo, però, si ha diritto solo alla restituzione del capitale investito.

Per investimenti nel medio periodo, si può puntare sul nuovo strumento lanciato da Poste. Si tratta del bfp Rinnova dedicato, però, solo a chi ha rimborsato un titolo scaduto a partire dal 20 settembre ed entro il periodo di collocamento del buono Rinnova.
Il nuovo buono fruttifero postale è l’ideale per chi vorrà reinvestire i propri risparmi fino a sei anni con la possibilità di chiedere il rimborso quando vuole ed anche il riconoscimento degli interessi ma solo dopo i primi 3 anni. I

l rendimento effettivo annuo lordo sarà dell’1% alla fine del terzo anno e del 2,25% dopo 6 anni. La sottoscrizione, ripetiamo, potrà avvenire solo si si è rimborsato un titolo scaduto tranne quelli per minori e i 4 Anni Risparmio semplice. Anche se non si avrà la possibilità di acquistare qualcosa di importante, investire in buono fruttifero postale come questo darà almeno la certezza che i propri soldi non perderanno di valore.
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