Può sembrare soltanto una curiosità, ma serve a capire la complessità del nostro mondo: cosa paghiamo nella bolletta dell’acqua? Quella cifra calcolata in euro per metro cubo a cosa si riferisce?

In questo articolo, cercheremo di dare una risposta a questi quesiti: innanzitutto, parleremo di chi decide il costo dell’acqua, in secondo luogo spiegheremo ‘come funziona’ la bolletta.

Chi è a decidere il costo dell’acqua (che influenza la tariffa in bolletta)?

Le tariffe che andiamo a pagare nella bolletta dell’acqua – e che riguardano tutto il sistema integrato di acquedotto, fognatura e depurazione – sono decise da un’Agenzia Territoriale, che raccoglie tutti i Comuni di una data provincia.

Il prezzo dell’acqua può essere stabilito soltanto rispettando ovviamente le normative statali e regionali.

La normativa nazionale è rappresentata soprattutto dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006 (il cosiddetto ‘Decreto Ambiente’) recante all’articolo 154 il ‘Metodo normalizzato per la definizione delle componenti di costo e la determinazione della tariffa di riferimento del servizio idrico integrato’; un altro riferimento normativo è il Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici del 1° agosto del 1996.

Semplificando al massimo, la normativa prevede che la tariffa che il servizio idrico locale applica in bolletta debba coprire tutti i costi connessi all’esercizio e ai relativi investimenti. Ogni Regione e poi ogni Agenzia Territoriale devono rispettare questo principio.

Che cosa paghiamo nella nostra bolletta dell’acqua?

Aprendo una qualunque bolletta dell’acqua notiamo che tariffa media unitaria viene espressa in euro per metro cubo. Da quale calcolo viene fuori questa tariffa?

  1. La voce riguardante i ‘costi operativi’: il gestore locale deve sostenere una serie di costi per garantire al cliente un servizio che sia di qualità, tra queste spese troviamo quelle della materia prima, del personale e dell’eventuale acquisto di materiali,
  2. Gli ‘ammortamenti’: si tratta dei costi per la gestione della rete e degli impianti – si tratta di spese concernenti il mantenimento o la costruzione di infrastrutture;
  3. I ‘canoni di concessione’: il gestore di zona deve pagare dei canoni per l’utilizzazione degli impianti – la rete è pubblica, dunque il gestore deve pagare una quota allo Stato;
  4. Il ‘fattore K’: si tratta dell’incremento massimo possibile annuale della tariffa.

Una seconda domanda è la seguente: perché la tariffa nella bolletta dell’acqua può variare anche notevolmente di territorio in territorio?

  1. La ‘struttura del territorio’: la zona geografica può influire in maniera decisiva sui costi finali dell’acqua, perché non tutti i comuni hanno le stesse quantità di acqua o le medesime necessità di approvvigionamento;
  2. La ‘qualità dell’acqua’: per rendere potabile l’acqua possono essere necessari più o meno trattamenti, se l’acqua originariamente è di ottima qualità, gli interventi sono minori e dunque il costo è minore, se l’acqua non è di ottima qualità, gli interventi sono maggiori e il costo è maggiore;
  3. La ‘vicinanza dalle fonti’: se la fonte è vicina si abbattono i costi di trasporto e dunque il prezzo scende, se è lontana è ovviamente l’inverso;
  4. Il ‘numero di utenze’: maggiore è il numero di cittadini che usufruisce del servizio e minori saranno i costi di distribuzione per utenza.

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