C’è un’altra buona notizia riguardante i buoni fruttiferi postali. Un risparmiatore aretino, infatti, è riuscito ad ottenere il reale importo riportato nella tabella posta nel retro dei buoni e non i rendimenti inferiori dichiarati da Poste Italiane. Ha spiegato come si è arrivati a ciò l’avvocato Bufalino.

Un’altra vittoria contro Poste Italiane

Il Collegio di Torino dell’Arbitro Bancario ha dato ragione a sottoscrittori di buoni fruttiferi postali (degli anni seguenti a luglio 1986) a riscuotere gli importi riportati nella tabella dietro i titoli e non i rendimenti più bassi dichiarati da Poste Italiane.

L’avvocato Luca Bufalini del foro di Arezzo insieme a Fabio Scarmozzino hanno assistito un risparmiatore che aveva due titoli emessi nel 1987. Il problema è stato che Poste Italiane gli ha negato gli interessi riportati nel retro dei buoni fruttiferi postali per una modifica dei rendimenti avvenuta prima del 1986 (quindi prima che il risparmiatore li sottoscrivesse) e di  un timbro che Poste aveva messo sopra la tabella con i rendimenti dei titoli.

In merito a tale controversia, l’Arbitro Bancario ha affermato la maggioranza di quanto indicato sui bfp rispetto alle modifiche apportate da Poste con il Decreto Ministeriale antecedente alla sottoscrizione dei titoli e “senza che a nulla valesse, a tal fine, il timbro apposto da Poste“. Quest’ultimo, intatti prevedeva gli interessi dovuti soltanto per i primi 20 anni di validità del buono e non parlava degli interessi che dovevano essere corrisposti al risparmiatore per gli ultimi 10 anni.

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Poste condannata a rimborsare 9.000 euro

Grazie al provvedimento dell’Arbitro Bancario, Poste Italiane ha dovuto rimborsare al risparmiatore i reali interessi previsti dai suoi buoni fruttiferi postali per gli ultimi 10 anni di validità dei titoli e non quelli che erano stati riconosciuti da Poste.

In questo modo il risparmiatore è riuscito ad ottenere 9.000 euro in più di quanto Poste gli voleva corrispondere.

Questa è una decisione importante per tanti titolari di bfp che dopo i 30 anni dalla sottoscrizione si recano alle Poste per chiedere il rimborso dei propri titoli. Proprio per questo l’avvocato Luca Bufalini invita i risparmiatori in possesso di titoli emessi dopo il mese di giugno 1986 di farli esaminare per bene per capire se si ha diritto ad interessi superiori a quelli che Poste vorrebbe erogare.

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