I rimborsi da modello 730, ovvero il ristoro IRPEF a cui hanno diritto i contribuenti che, dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate, risultano a credito fiscale, non rappresentano un regalo da parte dello Stato. E non devono nemmeno essere considerati come un’entrata certa su cui fare affidamento.
Tradotto in termini pratici, è sconsigliato programmare spese in funzione del rimborso. Vietato fare i conti su questi soldi come se fossero garantiti, insomma. Il motivo è semplice: anche se in genere le date di accredito dei rimborsi — soprattutto per chi ha un sostituto d’imposta — sono prestabilite e variano in base alla data di presentazione del modello 730, questi accrediti possono facilmente slittare per diversi motivi.
E questo vale anche per i pensionati. Ecco perché non è così semplice rispondere alla domanda su quando arrivano i rimborsi da 730 sulla pensione.
Rimborsi da 730: quando arrivano sulla pensione? Date variabili, ecco perché
Quando si presenta la dichiarazione dei redditi, la tempestività può essere un fattore determinante per consentire a chi ha diritto al rimborso di riceverlo quanto prima. Ma non sempre essere celeri è sufficiente.
Anche i pensionati, infatti, pur avendo come sostituto d’imposta un ente certo come l’INPS, e pur avendo già presentato il modello 730 tra fine maggio e inizio giugno, non hanno la certezza assoluta di ricevere il rimborso ad agosto.
È vero che agosto è, di norma, il mese deputato al primo giro di accrediti dei rimborsi IRPEF per la stagione reddituale in corso, che si riferisce all’anno d’imposta 2024. Tuttavia, non sempre le cose vanno lisce.
Rimborsi da 730 sulle pensioni: ecco tempistiche e regole generali
Scadenze, controlli e verifiche legati alla dichiarazione dei redditi possono mescolare le carte in tavola.
Anche chi è convinto di aver fatto tutto correttamente e di ricevere il rimborso ad agosto potrebbe dover attendere più del previsto.
Il calendario dei rimborsi prevede che il contribuente, sia pensionato che lavoratore dipendente, se presenta la dichiarazione entro maggio, dovrebbe rientrare nel primo giro dei rimborsi. Nel caso specifico dei pensionati, si parla appunto di agosto.
Usiamo volutamente il condizionale, perché le cose possono cambiare. Ad esempio, se il rimborso spettante è particolarmente elevato, l’Agenzia delle Entrate può bloccare la dichiarazione per effettuare controlli più approfonditi. Questo può accadere anche ogni volta che emergano incongruenze nella dichiarazione stessa.
È sufficiente, per esempio, aver modificato in modo consistente i dati rispetto alla dichiarazione precompilata: bastano variazioni rilevanti sui redditi dichiarati o sulle spese detraibili. In caso di forti scostamenti tra quanto emerge dalla precompilata, in possesso del Fisco, e la dichiarazione definitiva trasmessa dal contribuente, i controlli possono scattare, posticipando sensibilmente le date di accredito dei rimborsi.
Ecco le cause dei ritardi a cui molti contribuenti sono assoggettati
Può anche capitare che sia stato lo stesso contribuente a commettere qualche errore materiale nella dichiarazione. In tal caso, inevitabilmente, tutto si posticipa e i rimborsi da 730 tardano ad essere liquidati.
Un caso molto frequente riguarda chi dimentica di indicare l’INPS come sostituto d’imposta.
In presenza di una dichiarazione dei redditi senza sostituto, infatti, per i conguagli e i rimborsi interviene direttamente l’Agenzia delle Entrate, che prevede tempistiche più lunghe rispetto a quelle gestite dal sostituto d’imposta.
Nel migliore dei casi, chi non ha indicato l’INPS ma ha comunicato un IBAN all’Agenzia delle Entrate riceverà l’eventuale rimborso tramite bonifico solo a dicembre.
Senza IBAN, la questione si complica ulteriormente. I rimborsi, in questo caso, arrivano tramite bonifico domiciliato o assegno vidimato. E i tempi del Fisco si allungano fino a marzo dell’anno successivo a quello della dichiarazione.