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Oggi: 05 Dic, 2025

Più facile la pensione a 60 anni o con 35,10 anni di contributi, nuovo messaggio INPS chiarificatore

In pensione a 60 anni o con 7 anni di lavoro in meno con l'isopensione, nuovo messaggio dell'INPS sulla contribuzione figurativa.
1 mese fa
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pensione a 60 anni
Foto © Licenza Creative Commons

In un periodo storico in cui il tema pensionistico è dominato dall’idea che la pensione si allontani sempre di più, con un drastico calo dei pensionamenti anticipati, esistono tuttavia strumenti che vanno in direzione opposta. Spesso si tratta di misure poco conosciute o sottovalutate, ma che possono fare una grande differenza per alcuni lavoratori.
Tra queste, un ruolo di primo piano spetta all’isopensione, un meccanismo che consente di anticipare la pensione fino a 7 anni, permettendo l’uscita già a 60 anni di età o con 35 anni e 10 mesi di contributi.

Una misura complessa, destinata principalmente alle aziende in gestione di esuberi, ma che ora diventa più accessibile grazie a un chiarimento dell’INPS contenuto nel messaggio n. 3166 del 23 ottobre 2025.

Più facile la pensione a 60 anni o con 35 anni e 10 mesi di contributi: il nuovo messaggio INPS

L’isopensione è uno strumento pensato per favorire l’uscita anticipata dal lavoro di alcuni dipendenti, in presenza di accordi aziendali o sindacali.
Si tratta di una misura che non può essere attivata direttamente dal lavoratore, ma che dipende dalla volontà dell’azienda, la quale deve farsi carico interamente del costo dell’anticipo.

In concreto, l’azienda:

  • finanzia l’INPS affinché eroghi al dipendente una rendita mensile pari alla pensione maturata al momento dell’uscita;
  • copre gli anni mancanti con contribuzione figurativa, così da non penalizzare la futura pensione del lavoratore.

Il nuovo messaggio INPS introduce un chiarimento importante: per i lavoratori contributivi puri (cioè coloro che non hanno versamenti prima del 1996 o che hanno optato per il ricalcolo contributivo), l’azienda non è più tenuta a versare la quota eccedente il massimale retributivo.

Questo significa che il datore di lavoro risparmia sulla parte di contribuzione dovuta, riducendo così il costo complessivo dell’isopensione. Un incentivo concreto che potrebbe rendere più appetibile per le aziende l’utilizzo di questa misura.

Le condizioni per accedere all’isopensione

Per poter ricorrere all’isopensione, restano valide alcune condizioni fondamentali.

  • L’azienda deve avere almeno 15 dipendenti (come previsto dall’articolo 4 della legge n. 92 del 28 giugno 2012, la cosiddetta “Legge Fornero”);
  • È necessaria una intesa sindacale che definisca i criteri di accesso e la lista dei dipendenti coinvolti;
  • Il lavoratore deve accettare volontariamente la proposta di uscita anticipata;
  • Il dipendente deve trovarsi entro 7 anni dal raggiungimento della pensione di vecchiaia ordinaria o di pensione anticipata ordinaria.

Fino al 2026, infatti, la finestra di anticipo è di 7 anni, mentre dal 2027 si dovrebbe tornare ai 4 anni originariamente previsti.

Cosa cambia con il chiarimento INPS

Il chiarimento dell’INPS semplifica notevolmente la gestione dell’isopensione per le aziende, poiché riduce la quota contributiva obbligatoria a carico del datore di lavoro.
Le imprese, infatti, non dovranno più versare contributi figurativi sulla parte di retribuzione che supera il massimale annuale della base contributiva e pensionabile.

In altre parole, per i lavoratori che percepiscono retribuzioni elevate, l’azienda potrà risparmiare cifre significative.
E questo potrebbe favorire nuovi accordi di esodo, rendendo più semplice e sostenibile l’utilizzo della misura.

I vantaggi per aziende e lavoratori

L’isopensione offre vantaggi per entrambe le parti.

  • Per l’azienda, consente di gestire in modo ordinato gli esuberi, favorendo il turnover e l’ingresso di nuovi lavoratori;
  • Per il dipendente, rappresenta una forma di prepensionamento “protetto”, che garantisce sia una rendita mensile fino al raggiungimento dell’età pensionabile sia la copertura contributiva completa.

Il costo, come detto, resta interamente a carico dell’impresa, ma con la riduzione contributiva chiarita dall’INPS, l’onere diventa meno gravoso.

Una misura di nicchia ma potenzialmente strategica

È chiaro che l’isopensione non potrà risolvere i problemi generali del sistema previdenziale italiano, ma resta uno strumento efficace per la gestione aziendale del personale e per garantire uscite anticipate mirate.

Con i nuovi chiarimenti, potrebbe tornare di moda tra le aziende più strutturate, offrendo una concreta opportunità di pensione a 60 anni o con 35 anni e 10 mesi di contributi, per chi si trova a 7 anni dal pensionamento.

Un segnale positivo, seppur limitato, in un contesto in cui la regola generale resta quella dell’allungamento dei tempi e dell’inasprimento dei requisiti per andare in pensione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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