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Oggi: 05 Dic, 2025

Pignoramento malattia e maternità: cosa è intoccabile e cosa no (lo spiega l’INPS)

Il pignoramento di malattia e maternità è limitato dalla legge: ecco quando è davvero possibile trattenere queste indennità
2 mesi fa
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pignoramento malattia
Foto © Pixabay

Qualche giorno fa, l’INPS ha precisato che alcune somme destinate a garantire la sopravvivenza e la tutela della persona non possono essere toccate dai creditori. Tra queste rientrano le indennità di malattia, maternità, congedo parentale e quelle legate all’assistenza dei disabili. Si tratta di importi che lo Stato considera essenziali per assicurare la dignità e il sostegno del lavoratore o del cittadino in momenti delicati della vita, come la nascita di un figlio o una malattia.

Pignoramento: le tutele previste dal codice civile e dal codice di procedura civile

Il principio generale del diritto civile è che ogni debitore deve rispondere delle proprie obbligazioni con l’intero patrimonio.

Questo è quanto prevede l’articolo 2740 del codice civile.

Tuttavia, la stessa legge riconosce alcune eccezioni per proteggere beni o somme considerate indispensabili. È proprio in questo ambito che interviene l’articolo 545 del codice di procedura civile, norma che definisce con precisione quali crediti non possono essere pignorati e quali, invece, lo sono solo in parte.

La norma distingue quindi tra:

  • crediti totalmente impignorabili, come quelli connessi a sussidi di povertà, maternità o malattia;
  • crediti parzialmente pignorabili, come stipendi e pensioni, per i quali è ammesso il pignoramento entro determinati limiti percentuali.

Questa distinzione serve a bilanciare due esigenze fondamentali: da un lato, il diritto dei creditori a ottenere quanto dovuto; dall’altro, la necessità di proteggere i mezzi di sostentamento del debitore e della sua famiglia.

Le prestazioni che non possono essere pignorate: ci sono malattia e maternità

Le somme che rientrano nella categoria dei crediti assolutamente impignorabili sono quelle riconosciute come “vitali”.

In questa categoria si trovano le indennità erogate per eventi che incidono direttamente sulla capacità di lavoro o sulle condizioni di vita del beneficiario. Tra queste si includono(Circolare INPS n. 130/2025):

  • l’indennità di malattia;
  • l’indennità di maternità e paternità;
  • i congedi parentali;
  • le prestazioni antitubercolari;
  • i permessi e i congedi straordinari per l’assistenza ai familiari disabili;
  • i sussidi legati a spese funebri.

Si tratta di somme che hanno una funzione puramente assistenziale e che, per legge, non possono essere aggredite da creditori, comprese le amministrazioni pubbliche. In altre parole, lo Stato non può utilizzare queste indennità per recuperare imposte, multe o tributi non pagati.

Il chiarimento dell’INPS: la Circolare n. 130/2025

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha ribadito questi principi nella Circolare n. 130 del 2025 sul pignoramento sulle prestazioni previdenziali. Il documento specifica che le indennità di malattia, maternità e congedo parentale, insieme ad altre prestazioni di carattere assistenziale, sono da considerarsi impignorabili in ogni circostanza, a meno che non si tratti di debiti contratti direttamente con l’INPS.

La circolare ricorda anche che l’impignorabilità vale per tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto o dalla gestione previdenziale a cui sono iscritti. Rientrano, quindi, anche i lavoratori marittimi e coloro che versano contributi nella Gestione separata, come collaboratori e liberi professionisti.

Pignoramento malattia e altre prestazioni: l’unica eccezione: i debiti verso l’INPS

La sola eccezione alla regola generale riguarda i debiti nei confronti dell’INPS.

In particolare, le somme percepite come indennità possono essere trattenute, ma solo entro determinati limiti, se il beneficiario ha ricevuto indebitamente delle prestazioni a carico dell’Istituto o se ha omesso di versare i contributi dovuti.

In questi casi, la legge consente all’INPS di effettuare una trattenuta fino a un quinto dell’importo delle somme dovute (in sostanza, la stessa percentuale prevista, ad esempio, per il pignoramento NASPI). Tuttavia, non possono essere toccate le somme relative a interessi o sanzioni amministrative: il recupero riguarda solo l’importo principale del debito previdenziale.

Questo meccanismo di trattenuta rappresenta un compromesso tra il diritto dell’Istituto a recuperare quanto dovuto e la necessità di garantire comunque al cittadino un reddito minimo per far fronte alle esigenze quotidiane.

Il valore sociale dell’impignorabilità

Il principio di impignorabilità di determinate prestazioni non è solo una norma giuridica, ma anche una scelta di civiltà. Riconoscere che alcuni importi non possono essere toccati significa affermare che la tutela della salute, della maternità e della famiglia viene prima degli interessi economici dei creditori.

Le indennità di malattia e maternità, infatti, nascono per garantire al lavoratore un sostegno economico durante periodi in cui non può esercitare la propria attività o deve occuparsi della nascita e della cura di un figlio. Colpire questi importi con un pignoramento equivarrebbe a privare il beneficiario di mezzi di sussistenza essenziali, compromettendo la sua sicurezza e quella del nucleo familiare.

Pignoramento malattia e maternità: la tutela è totale

In sintesi, le indennità legate a malattia, maternità, paternità e congedi parentali non possono essere pignorate. Queste somme sono considerate vitali e hanno una finalità strettamente assistenziale, perciò restano fuori dalla disponibilità dei creditori. L’unico caso in cui l’INPS può effettuare una trattenuta è quello in cui il debitore abbia contratto un debito previdenziale verso l’Istituto stesso, e anche in questo caso la trattenuta non può superare il limite di un quinto dell’importo.

Il sistema giuridico italiano, dunque, tutela in modo rigoroso chi si trova in situazioni di fragilità, garantendo che le prestazioni destinate alla cura della salute e alla protezione della maternità rimangano integre.

Il principio di fondo è che nessun debito può privare una persona del sostegno economico necessario per affrontare la malattia o per accudire i propri figli.

Riassumendo

  • Le indennità di malattia e maternità sono totalmente impignorabili per legge.
  • L’articolo 545 c.p.c. distingue tra crediti impignorabili e parzialmente pignorabili.
  • Le somme assistenziali garantiscono la sopravvivenza e non possono essere aggredite dai creditori.
  • L’INPS conferma l’impignorabilità con la Circolare n. 130 del 2025.
  • Solo per debiti verso l’INPS è ammessa una trattenuta fino a un quinto.
  • La legge tutela maternità, salute e famiglia come diritti fondamentali del cittadino.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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