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Oggi: 24 Dic, 2025

Perché a fine anno i mercati sembrano più calmi (e perché è spesso un’illusione)

I mercati a fine anno sembrano caratterizzati da grande calma, anche se spesso si tratta di un'illusione data dal calendario.
18 ore fa
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Mercati a fine anno apparentemente piatti
Mercati a fine anno apparentemente piatti © Licenza Creative Commons

A dicembre, con l’avvicinarsi della fine dell’anno, i mercati sembrano andare in letargo. Non si registrano scossoni, né cambiamenti repentini nelle valutazioni degli asset finanziari o delle materie prime. Tutto appare come sospeso nell’attesa di un nuovo inizio. Non è solamente una sensazione. Ci sono spiegazioni razionali dietro a questo trend. Gli investitori istituzionali chiudono sostanzialmente i loro libri ordini, dato che hanno già dato nel corso dell’anno. I fondi, in particolare, puntano semplicemente a conservare le performance. Le settimane festive non sono di certo le più indicate per cercare di invertire una tendenza o per battere i risultati ottenuti nel corso dell’anno.

Calma sui mercati a fine anno

Il clima vacanziero allontana dai desk numerosi operatori, la liquidità flette e gli scambi si rarefanno. Non a caso le emissioni obbligazionarie quasi si prosciugano. I governi sono soliti cancellare le aste dal calendario, specie per l’emissione di titoli di stato a lunga scadenza. Lo stesso fanno le banche. Le grandi banche d’investimento sono solite parlare a tale riguardo di “issuance blackout”. Considerate che l’offerta di nuovo debito si concentra per circa i due terzi nel primo semestre dell’anno. E dicembre è il mese meno battuto.

In genere, a fine anno sui mercati si registra una performance leggermente positiva per le azioni e neutra per le obbligazioni. La volatilità si riduce. L’indice VIX scende a dicembre ad una media di 15-17 punti dai 19-20 nel corso dell’anno. Gli scambi azionari crollano in media del 20-30% in Europa e Nord America, con punte del 40% tra Natale e Capodanno.

La minore liquidità, tuttavia, non provoca l’aumento delle oscillazioni dei prezzi, cosa che di solito avverrebbe in condizioni simili. Ciò non avviene per quanto sopra spiegato: in pochi comprano, in pochi vendono e, soprattutto, quasi nessuno punta a fare il botto proprio nelle ultime sedute dell’anno.

Contribuiscono alla calma piatta sui mercati a fine anno anche le minori notizie sensibili per la finanza. La stessa politica è in vacanza e si riducono gli eventi che possono impattare sulle valutazioni degli asset. Non è detto che sarà sempre così come oggi. I mercati emergenti stanno assumendo una rilevanza maggiore nel mondo e trattasi perlopiù di aree con culture e abitudini diverse dalle nostre. Non per tutti è realmente la fine dell’anno come la intendiamo noi cristiani, né si festeggiano ricorrenze religiose dappertutto. Cosa accadrà quando il peso di borse come in Cina, India e resto dell’Asia sarà cresciuto a livelli confrontabili con quelle occidentali?

Accumulo di info e sentimenti per gennaio

Ad ogni modo, la calma non va intesa neanche oggi come reale assenza di spunti per operare sui mercati in un senso o nell’altro. Essa è più che altro un accumulo sottotraccia di informazioni e sentimenti che sfociano anche in maniera dirompente spesso a gennaio. Finite le feste, si torna come prima. I movimenti di inizio anno possono essere anche bruschi e spesso l’investitore retail può sentirsi spaesato nell’assistere a grossi rialzi o cali di titoli azionari o obbligazionari senza che sia accaduto nulla di specifico nelle sedute precedenti.

Questo è il risultato di 2-3 settimane di scambi contenuti e volatilità soppressa.

Il rumore di inizio anno

I libri ordini si riaprono, gli investitori hanno voglia di spendere e le emissioni si moltiplicano all’improvviso. E’ un diluvio di nuovi bond e IPO, mentre i governi tornano a fare rumore con relativo impatto sui prezzi. Dagli auguri svogliati di fine anno si passa alle dichiarazioni serie, gli eventi sensibili arrivano l’uno dopo l’altro e le previsioni sull’anno appena iniziato si sprecano. Dal silenzio di dicembre al trambusto di gennaio. Ecco perché la calma sui mercati a fine anno non va interpretata con compiacenza. Si tratta solo di pazientare finché il mondo della finanza non avrà smaltito il panettone.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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