Un nuovo aumento delle pensioni all’orizzonte farà felici tanti contribuenti. E non parliamo della rivalutazione al tasso di inflazione calcolato dall’ISTAT o dell’aumento extra per le pensioni minime. E nemmeno di fantomatici aumenti provenienti da rimborsi fiscali o tagli delle tasse. Parliamo di un meccanismo che tira dentro sempre dei dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, e che ormai si ripete da anni ed è quello del tasso di capitalizzazione del montante contributivo.
Parliamo di chi si appresta a lasciare il lavoro e godrà sulle pensioni del quarto aumento consecutivo di questo tasso. Grazie al meccanismo ciò che è stato versato aumenta di valore e di conseguenza aumenta di valore la pensione di chi ci andrà adesso.
Pensioni, quattro aumenti consecutivi, ecco come calcolare quanto si prenderà di più
La pensione del 2026 per chi si appresta ad uscire a partire da gennaio prossimo per effetto della crescita del PIL, godrà di un discreto incremento di valore. un incremento del 4% dell’ammontare dei versamenti di un contribuente fino a tutto il 2024.
Può sembrare una cosa da niente ma il montante contributivo sulle pensioni calcolate con questo particolare metodo è di fondamentale importanza. Perché finisce con il determinare la pensione spettante.
Il meccanismo è semplice. Il montante alla data del pensionamento viene rivalutato al tasso di inflazione e poi moltiplicato per i coefficienti di trasformazione, variabili in base all’età di uscita e tanto migliori quanto più alta è questa età.
Ecco perché se il montante contributivo adesso viene maggiorato in base ai dati ISTAT sul tasso di capitalizzazione fino a tutto il 2024 in misura pari al 4% non può che essere una notizia positiva.
Ecco da dove nasce questa novità positiva che si contrappone ai coefficienti che invece peggiorano
Una nota che l’Istituto Nazionale di Statistica ha pubblicato sul portale istituzionale del Ministero del Lavoro, confermato il 4% come aumento per il 2026. Come detto in premessa, sono 4 anni che si continua a salire, con 4 aumenti consecutivi, anche se questo del 2026 è il migliore. Infatti per il 2025 l’aumento è stato del 3,6%, mentre per i due anni precedenti fu del 2,3% e dello 0,9% rispettivamente per il 2024 e per il 2023.
Il coefficiente di capitalizzazione è ciò che sale se sale l’economia italiana ed evidentemente il trend dopo gli anni della pandemia è in salita. La normativa come detto è chiara. Il montante deve, prima di essere passato per i coefficienti di trasformazione, essere rivalutato. Ed è sulla rivalutazione che adesso incide questo incremento del 4%.
Il sistema prevede che la percentuale venga applicata ai contributi a partire dal primo giorno dell’anno di versamento. Ma ad esclusione di quelli versati nell’anno di uscita dal mondo del lavoro e quelli versati l’anno precedente quello oggetto della ricapitalizzazione. Il periodo di osservazione per determinare questo tasso è di 5 anni e dipende dall’andamento del PIL nei 5 anni precedenti.
Una buona notizia questa che si contrappone a quella cattiva di cui da tempo abbiamo parlato e cioè dei coefficienti di trasformazione che sempre in base a dei dati ISTAT stavolta sono calati.
Parliamo dei dati ISTAT sulla stima di vita della popolazione che se sale come sta facendo ormai da qualche anno, produce dei coefficienti più bassi e quindi delle pensioni più basse.