La legge Fornero, per l’impatto che ha avuto e continua ad avere sulle pensioni, fa ancora molta paura. A dire il vero, non è stata solo questa legge ad aver reso i requisiti previdenziali così rigidi. Già la riforma Dini, precedente alla Fornero, aveva segnato un cambiamento epocale nel sistema pensionistico italiano.
Inoltre, esiste un vecchio provvedimento, anteriore alla legge Fornero, che ha introdotto il collegamento tra pensioni e stima di vita degli italiani. Il risultato di questo intreccio di norme e di tutti i successivi interventi legislativi è che i requisiti per la pensione aumentano inevitabilmente anno dopo anno.
Tuttavia, secondo quanto emerge dalla nuova legge di Bilancio, la legge Fornero — che ha previsto un adeguamento biennale dei requisiti pensionistici — potrebbe fare meno paura nel prossimo futuro.
Qualcuno, infatti, si salverà dagli aumenti. Ecco quindi chi sono i fortunati delle pensioni.
“Salve, avrei un chiarimento da chiedervi. Sto continuando a leggere notizie contrastanti in materia pensionistica. Io nel 2027 compio 67 anni di età. Vorrei capire se potrò andare in pensione a questa età o se dovrò aspettare tre mesi in più. Il governo blocca l’aumento o no? Non ci sto capendo nulla tra chi dice che sarà sterilizzato l’aumento e chi invece dice che si dovrà lavorare 3 mesi in più. Mi date conferma sulle novità in arrivo, se potete? Sarò uno dei fortunati a cui la pensione arriverà normalmente o no?”
Pensioni 2026, qualcuno si salverà dalla legge Fornero: ecco i fortunati
La vita media della popolazione è aumentata di sette mesi negli anni successivi alla pandemia. Un dato inevitabile, se si considera che i troppi decessi prematuri causati dal Covid avevano fatto scendere l’aspettativa di vita di circa quattro mesi.
Con la fine di quel periodo, il trend è tornato positivo e la vita media degli italiani è cresciuta di nuovo.
I requisiti pensionistici sono collegati alla stima di vita della popolazione già da prima della legge Fornero. Quest’ultima, però, ha introdotto l’adeguamento biennale di tali requisiti: significa che, se la vita media cresce, anche l’età pensionabile aumenta di conseguenza, salvo eccezioni dovute a cali temporanei.
Il motivo è la sostenibilità della spesa previdenziale. Più a lungo vivono gli italiani, più pensioni deve pagare l’INPS, e quindi lo Stato è costretto ad allontanare l’età di uscita per contenere la spesa pubblica. È un meccanismo che può far discutere, ma che riflette un principio di equilibrio finanziario.
La stima di vita ufficiale è calcolata dall’ISTAT. La legge Fornero, fissando il 2027 come nuova data di aggiornamento biennale, ha determinato che per molti lavoratori ci sarà un aumento dei requisiti di tre mesi. In altre parole, le pensioni — per chi non rientrerà nelle eccezioni — slitteranno di un trimestre nel 2027.
Ecco chi si salva dagli aumenti e perché altri subiranno l’incremento dei requisiti
La nuova legge di Bilancio del governo Meloni introduce una distinzione chiara tra fortunati e meno fortunati in tema di pensioni 2027.
Perché? Perché il tanto promesso stop all’adeguamento per l’aspettativa di vita sembra destinato a realizzarsi, ma non per tutti e non in modo uniforme.
Dal 2027, infatti, scatterà un aumento di tre mesi sia per l’età pensionabile sia per la pensione anticipata. L’età per la pensione di vecchiaia passerà da 67 anni a 67 anni e 3 mesi, mentre quella per la pensione anticipata salirà da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 1 mese per gli uomini, e da 41 anni e 10 mesi a 42 anni e 1 mese per le donne.
L’idea del governo, però, è quella di “sterilizzare” l’aumento per alcuni soggetti, in particolare per chi compirà almeno 64 anni nel 2027. In questo caso si ipotizza un aumento graduale, distribuito nel tempo: un mese in più all’anno per chi non rientra nella salvaguardia.
I più fortunati, dunque, saranno coloro che si troveranno a ridosso dell’età pensionabile nel 2027 e che potranno andare in pensione senza subire l’intero incremento dei requisiti. Una salvaguardia parziale, ma sufficiente a far tirare un sospiro di sollievo a molti futuri pensionati.