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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni in aumento: da gennaio 300 euro in più in media, ecco perché

Aumento delle pensioni nel 2026, il meccanismo della perequazione in base ai dati di adesso porterà cospicui incrementi.
3 mesi fa
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aumento pensioni gennaio 2026
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L’aumento delle pensioni nel 2026 sarà molto più importante di quello registrato nel 2025. E già chi gestisce le casse dello Stato si preoccupa. L’extra spesa che lo Stato dovrà sostenere per aumentare le pensioni nel 2026 potrebbe superare i 5 miliardi di euro.
Se è vero che, ad agosto, secondo le ultime stime Istat, l’inflazione nel 2025 è pari all’1,7%, è ipotizzabile che, se il trend prosegue, a fine anno si arrivi al 2,5%. L’inflazione, in genere, produce un aumento dei trattamenti e, da gennaio, questo adeguamento potrebbe risultare davvero importante per milioni di pensionati.
Anche perché, nel frattempo, il governo ha modificato il meccanismo della rivalutazione, rendendolo meno penalizzante per chi ha pensioni più alte.

Ecco gli aumenti che oggi si possono immaginare sulle pensioni a partire da gennaio 2026.

Pensioni in aumento: da gennaio 300 euro in più in media, ecco perché

La rivalutazione delle pensioni nel 2026, con il consueto meccanismo della perequazione, potrebbe portare buone notizie a molti pensionati. Non si tratterà, però, degli incrementi eccezionali del 2022 e del 2023, legati all’inflazione record generata dalla crisi economica post-pandemia.

Saranno comunque aumenti più consistenti rispetto ai pochi euro accreditati a gennaio 2025. Nel 2024, infatti, l’inflazione rilevata dall’Istat e utilizzata dall’INPS per la rivalutazione è stata dello 0,8% (tasso di previsione sui primi nove mesi), poi corretta all’1% con il dato definitivo comprensivo dell’ultimo trimestre.

Nel 2025 l’attenzione è puntata sull’andamento dei prezzi: ad agosto l’inflazione è pari all’1,7% e il trend induce a stimare un 2,5% come tasso definitivo che verrà certificato a breve. In questo scenario, una pensione di 1.000 euro al mese potrebbe salire, da gennaio 2026, a circa 1.020/1.025 euro mensili, con un incremento medio annuo oltre i 300 euro.

Il meccanismo della perequazione che sarà adottato pure nel 2026

L’aumento sarà pieno per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo e andrà a ridursi progressivamente per gli importi più elevati. Si applicherà il sistema introdotto nel 2025, che ha sostituito il precedente meccanismo – molto criticato e più volte finito all’attenzione della Corte Costituzionale per presunta incostituzionalità. La Consulta, pur non avendo sinora condannato quel sistema, deve ancora esaminare alcuni ricorsi.

Gli aumenti, anche nel 2026, dovrebbero quindi seguire il metodo 2025:

  • 100% di perequazione sulle pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90% di perequazione sulla quota di pensione sopra 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo;
  • 75% di perequazione sulla quota di pensione sopra 5 volte il trattamento minimo.

Diversamente dal passato, il nuovo impianto è progressivo: le percentuali si applicano solo sulla parte di pensione ricompresa in ciascuna fascia. Il vecchio sistema, invece, prevedeva più scaglioni con percentuali decrescenti (fino al 22% oltre 10 volte il minimo) e non era progressivo, poiché applicava la percentuale all’intero importo.

Ecco perché l’aumento delle pensioni nel 2026 potrebbe risultare davvero significativo per l’intera platea dei pensionati.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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