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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni, aumenti in arrivo già da dicembre, ecco perché e cosa succede poi a gennaio

A dicembre ed a gennaio pensioni in aumento, ecco i diversi motivi per cui questi due ratei di pensione saranno più alti.
1 mese fa
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pensioni dicembre
Foto © Pixabay

Con due giorni di attesa in più visti i due “rossi” di calendario, a novembre ecco che i pensionati il giorno 3 vanno all’incasso per il penultimo rateo di pensione del 2025. Un rateo interlocutorio potremmo dire visto che in linea di massima nulla cambierà per l’importo delle pensioni della stragrande maggioranza dei cittadini. Gli unici che forse troveranno qualcosa di più sono quelli che attendono, per un motivo o per l’altro, il rimborso IRPEF spettante dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi. A dicembre invece tutto cambia. La pensione per diversi motivi sarà più ricca. E farà da anticamera a quello che accadrà a gennaio 2026 quando gli importi delle pensioni cambieranno di nuovo e saranno più alti rispetto a quelli percepiti nel 2025.

Aumenti in arrivo già a dicembre quindi per le pensioni. Ma da cosa derivano questi incrementi?

Pensioni, aumenti in arrivo già da dicembre, ecco perché e cosa succede poi a gennaio

Come detto a dicembre con l’ultimo rateo del corrente anno i pensionati prenderanno pensioni più alte. In primo luogo perché sarà pagata la tredicesima mensilità. Infatti a dicembre le pensioni sono più alte perché è il mese dedicato alla mensilità aggiuntiva che spetta a tutti i titolari di questi trattamenti (fatta eccezione per chi prende la pensione con l’Ape sociale). La tredicesima di fatto è una pensione esatta in più e quindi molti pensionati prendono di fatto un rateo doppio. Ma solo chi è fuori dalla tax area o chi ha una pensione che non entra nel secondo scaglione IRPEF. Perché per chi prende una pensione che in parte è tassata al 35% come è l’aliquota del secondo scaglione oggi (nel 2026 si scende al 33%), subirà un prelievo fiscale pari al 35% su tutta la tredicesima.

Il rateo ordinario di pensione invece è tassato al 35% solo per la parte che supera 28.000 euro e fino a 50.000 euro. Inoltre le detrazioni di cui un pensionato gode sulla pensione, valgono 12 mesi e quindi non ci sono detrazioni per la tredicesima. Che pertanto, escludendo come detto i pensionati della no tax area, risulta essere sempre più bassa del rateo.

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Ma le pensioni di dicembre sono più alte perché ci sono gli over 64 che se pensionati e se hanno compiuto questa età dopo il mese di luglio 2025, devono prendere a dicembre la quota di quattordicesima loro spettante. Per tutti i mesi successivi al compleanno ed in misura diversa a seconda dell’importo della pensione e dei contributi che hanno versato. Quattordicesima mensilità che non è altro che una maggiorazione sociale che viene erogata però solo a chi ha una pensione fino a massimo 2 volte il trattamento minimo INPS. Inoltre il rateo di dicembre è più elevato perché ci sono delle imposte che i contribuenti pagano sulla pensione, ma solo per i primi 11 mesi dell’anno. Significa tasse pagate solo sui ratei di pensione da gennaio a novembre.

Per dicembre niente. Solo le addizionali comunali e regionali che a dicembre scompaiono. Generando una pensione netta più alta.

Pensioni di dicembre in aumento e poi anche a gennaio

L’addizionale regionale come quella comunale si versa da gennaio a novembre come saldo dell’anno precedente. Da marzo a novembre invece le due addizionali si versano come acconto per l’anno in corso. Aumenti di dicembre che anticipano poi gli aumenti di gennaio. Quelli sono derivati dalla perequazione. Le pensioni si adeguano al tasso di inflazione e l’INPS ricalcola gli importi ogni gennaio. Per il 2026 a partire dal primo rateo dell’anno dovrebbe crescere dell’1,6% tutti i trattamenti che rientrano fino a 4 volte il trattamento minimo INPS. Per le pensioni più alte, la parte che supera 4 volte il minimo e fino a 5 volte viene rivalutata al 90% del tasso di inflazione e cioè sale del’1.44%. Invece per la parte ancora maggiore si deve fare il 75% del tasso di inflazione (75% dell’1,6%), cioè 1,20%.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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