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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni, arriva il blocco dell’anticipo, per i nati fino al 1964 cosa succede adesso?

Nel 2026 per le pensioni arriva il blocco dell’anticipo, e per i nati fino al 1964 potrebbe venire meno una opzione.
6 mesi fa
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Pensioni 74 anni
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Negli anni, i governi hanno introdotto numerose misure previdenziali durante la vigenza della legge Fornero. Anche se dal 2012 — anno dell’entrata in vigore della riforma — non è stata più approvata una vera riforma strutturale delle pensioni, il panorama previdenziale ha comunque visto diverse novità significative. Già nell’immediato, nei mesi successivi alla riforma, furono varati ben nove provvedimenti di salvaguardia per i cosiddetti esodati, ovvero quei contribuenti che si trovarono improvvisamente senza stipendio, senza pensione (neanche anticipata) e senza reddito.

La stessa professoressa Elsa Fornero, pur difendendo ancora oggi con forza la sua riforma, ha ammesso di averla approvata in fretta, a causa di una crisi economica senza precedenti.

Dunque, qualcosa da correggere c’era. Oltre alle salvaguardie, sono nate forme di pensionamento anticipato: Opzione Donna, Ape Sociale, Ape Volontaria, Quota 100, Quota 102, Quota 103, Quota 41 per i precoci, e così via.

Adesso, però, per il 2026 una di queste misure sembra destinata a scomparire: la Quota 103. Secondo molti, si tratta di una misura che non ha funzionato e che tuttavia, se eliminata, lascerà un vuoto per alcuni lavoratori.

Pensioni, arriva il blocco dell’anticipo: per i nati fino al 1964 cosa succede adesso?

Dubbi, perplessità e poche certezze: è questo il clima che circonda le pensioni nel 2026 e negli anni successivi. A preoccupare è soprattutto la possibilità, dal 1° gennaio 2027, di un inasprimento dei requisiti anagrafici e contributivi per accedere alla pensione, con tre mesi in più da maturare sia per la pensione di vecchiaia che per quella anticipata.

Tutto dipenderà da un decreto del governo Meloni atteso entro fine anno, che dovrà decidere se ratificare l’aumento collegato all’aspettativa di vita Istat, oppure se congelarlo, lasciando i requisiti invariati.

Ulteriori incertezze riguardano le misure in scadenza, alcune delle quali potrebbero essere confermate, eliminate o sostituite con nuovi strumenti di uscita anticipata.

Cosa succede se arriva il blocco dell’anticipo sulle pensioni? Ecco l’addio a Quota 103

L’ipotesi di una riforma complessiva che preveda uscite ancora più anticipate rispetto alla situazione attuale appare irrealistica, soprattutto per via degli alti costi che comporterebbe. Anche la tanto annunciata Quota 41 per tutti, che permetterebbe il pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, è considerata troppo onerosa.

La misura più a rischio di eliminazione è proprio la Quota 103, che ormai è percepita come poco conveniente e scarsamente utilizzata, a causa delle forti penalizzazioni introdotte.

Nata nel 2023 in sostituzione della Quota 102 (in vigore solo nel 2022) e, prima ancora, della Quota 100 (introdotta nel 2019 con il primo governo Conte e rimasta attiva fino al 2021), la Quota 103 è diventata meno appetibile a partire dal 2024. Le modifiche introdotte hanno infatti accentuato le limitazioni, sia in termini economici sia normativi:

  • Importo massimo limitato a 4 volte il trattamento minimo INPS
  • Divieto di cumulo con altri redditi da lavoro
  • Calcolo interamente contributivo

Pensioni 2026: tra dubbi e incertezze

Quando si parla di Quota 103, ci si riferisce a una misura che consente un’uscita leggermente anticipata, ma a costo elevato in termini di rendita pensionistica.

Le principali limitazioni sono:

  • Calcolo interamente contributivo dell’assegno
  • Importo massimo della pensione pari a 4 volte il minimo INPS
  • Divieto di cumulo con redditi da lavoro, tranne per il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui

Queste condizioni spiegano il flop della misura. È per questo che si parla sempre più concretamente di mettere fine all’esperienza di Quota 103.

Tra finestre e vincoli, conviene aspettare la pensione ordinaria?

Già alla fine del 2024 si parlava di interrompere la Quota 103, ma l’ultima legge di Bilancio l’ha confermata temporaneamente. Ora, tuttavia, il capolinea sembra inevitabile.

Anche perché, in termini concreti, questa misura consente un anticipo di appena due anni rispetto alla pensione anticipata ordinaria, che resta accessibile con:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini
  • 41 anni e 10 mesi per le donne

A ciò si aggiungono le cosiddette “finestre mobili” per la decorrenza del trattamento:

  • 7 mesi per i lavoratori del settore privato
  • 9 mesi per i lavoratori del settore pubblico
    (a fronte dei 3 mesi previsti per la pensione anticipata ordinaria)

Molti, quindi, non si accorgeranno nemmeno della sua scomparsa. Ma chi si trova fuori dal mercato del lavoro, e vedeva nella Quota 103 un’opportunità (anche se penalizzata), sarà quello a pagare il prezzo più alto per il blocco dell’anticipo pensionistico.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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