Si ripete anche oggi quanto accaduto lo scorso anno in merito a un provvedimento che il governo ha deciso di varare a favore delle pensioni integrate al minimo. Si parla del cosiddetto aumento extra, una misura che il governo ha riproposto nella legge di Bilancio e che, come negli ultimi due anni, sta generando interpretazioni divergenti. Una vera e propria querelle, perché sulle cifre le versioni del governo e quelle della CGIL non coincidono.
E allora, per le pensioni 2026, arriva davvero un aumento in più ogni mese: ma quali sono le cifre reali?
Aumento extra anche nel 2026: ecco quanto prenderanno in più i pensionati
L’aumento delle pensioni torna nella legge di Bilancio e immediatamente diventa terreno di scontro tra governo e CGIL.
Il sindacato guidato da Maurizio Landini, già critico verso l’esecutivo Meloni, sostiene — come già fece lo scorso anno — che gli aumenti annunciati dal governo siano inferiori rispetto alle cifre pubblicizzate.
Non si parla della perequazione, che dipende esclusivamente dall’ISTAT e non dal governo, bensì di un aumento extra, destinato ai pensionati che percepiscono importi inferiori al trattamento minimo.
Come cambiano le pensioni dal primo gennaio 2026
Dal 1° gennaio 2026 il governo ha previsto 20 euro in più al mese per le pensioni minime, oltre alla normale rivalutazione annuale.
Lo stesso era accaduto:
- nel 2024, con un aumento straordinario del 2,7%,
- e nel 2025, con un incremento aggiuntivo del 2,2%.
Ogni anno, però, l’aumento extra si applica sull’importo base del trattamento minimo, non sull’importo già aumentato l’anno precedente. Per questo motivo l’aumento percepito non coincide con quello annunciato.
Esempio reale:
nel 2025 il trattamento minimo è pari a 603,40 euro, ma grazie all’extra del 2,2% i pensionati ricevono 616,67 euro.
La differenza non viene consolidata come base per il nuovo aumento del 2026.
Ecco i calcoli di chi critica il provvedimento del governo
Lo stesso meccanismo era stato applicato nel 2023, quando l’aumento extra del 2,7% era valido solo per il 2024 e non era stato incorporato nella base di calcolo dell’anno successivo.
Succederà lo stesso nel 2026: i 20 euro in più non si applicheranno a 616,67 euro. Ma alla cifra originaria di 603,40 euro, cioè al trattamento minimo prima dell’aumento straordinario del 2025.
È questo il punto contestato dalla CGIL, che ha inserito la questione anche nella giornata di sciopero generale del 12 dicembre.
Secondo il sindacato, infatti, il governo dichiara un aumento “strutturale” di 20 euro. Ma non considera gli 8 euro già ottenuti dai pensionati grazie all’aumento del 2025.
In altre parole, per la CGIL il vero aumento netto sarebbe intorno ai 12 euro sulla componente di maggiorazione sociale, non 20.