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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensione più alta nel 2026 a chi ha un ISEE basso? Strano ma vero, ecco perché

Nel 2026 per la prima volta ci sarà chi prenderà una pensione più alta in base all'ISEE, ecco la quota 41 flessibile e come sarà.
3 mesi fa
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pensione più alta
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Avere un reddito basso, sia individuale che familiare, può rappresentare un vantaggio a livello pensionistico. Nel nostro sistema, infatti, esistono da sempre misure che permettono di aumentare l’importo della pensione o di ottenere integrazioni qualora il reddito del pensionato scenda sotto determinate soglie.

Tuttavia, mai prima d’ora si era pensato di collegare in maniera diretta gli importi delle pensioni e le regole di calcolo all’ISEE. Dal 2026, invece, questa novità potrebbe diventare realtà, generando una pensione più alta per chi ha un ISEE più basso.

Pensione più alta nel 2026 a chi ha un ISEE basso? Strano ma vero, ecco perché

I redditi sono una cosa, l’ISEE un’altra: non vanno mai confusi.

L’ISEE nasce con finalità assistenziali, perché secondo il legislatore è lo strumento più idoneo a determinare il reale stato di bisogno economico e patrimoniale di un nucleo familiare.

A differenza della semplice dichiarazione dei redditi, l’ISEE considera non solo i redditi ma anche i patrimoni, compresi quelli mobiliari (conti correnti, libretti, buoni, carte di credito e di debito, ecc.).

Ogni famiglia si trova a calcolare l’ISEE quando deve richiedere prestazioni agevolate, bonus o sussidi. Fino ad oggi, però, l’ISEE non aveva mai avuto alcun peso nel sistema pensionistico. Adesso, invece, il governo sembra intenzionato a cambiare rotta: la misura in arrivo, attesa nella prossima manovra, potrebbe rappresentare un vantaggio concreto per i pensionati con un ISEE basso, garantendo loro una pensione neutra da tagli e penalizzazioni.

Ecco il piano del governo sui tagli della quota 41 flessibile

La misura che introdurrebbe questa novità è la cosiddetta Quota 41 flessibile, destinata a sostituire l’attuale Quota 103.

I requisiti rimarrebbero gli stessi: almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi.

La differenza sostanziale è nel calcolo della pensione: non più totalmente contributivo, come accade oggi, ma misto.

  • I periodi fino al 31 dicembre 1995 (o fino al 31 dicembre 2011 per chi aveva almeno 18 anni di contributi al 1996) sarebbero calcolati con il sistema retributivo.

  • I periodi successivi resterebbero contributivi.

Per controbilanciare il vantaggio dell’uscita anticipata, è prevista una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria, fino a un massimo del 10% per chi sfrutta tutti i 5 anni possibili.

Ed è proprio qui che entra in gioco l’ISEE: secondo l’ipotesi attualmente allo studio, per i nuovi pensionati che sceglieranno la Quota 41 flessibile, se l’ISEE familiare sarà inferiore a 35.000 euro, la penalizzazione non verrà applicata.

In questo modo, a partire dal 2026, chi avrà un ISEE sotto i 35.000 euro potrà percepire una pensione più alta, priva dei tagli previsti per l’anticipo.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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