E alla fine anche se tutto sembra tranne che una manovra finanziaria che porta vantaggi importanti, qualcosa per lavoratori e pensionati è stato fatto dal governo. Un mix di misure vecchie e nuove porta vantaggi sugli stipendi e sulle pensioni. Tra regole di calcolo, bonus e meno tasse da versare, l’utile per molti contribuenti sarà evidente.
Pensione e stipendio più alto nel 2026: bonus Giorgetti, taglio IRPEF e calcolo pensione
Partiamo dal bonus Giorgetti, ovvero la possibilità di barattare la pensione anticipata con uno stipendio più alto che alla fine ha risvolti positivi pure sulla pensione futura. Il bonus prorogato anche nel 2026 non è altro che la facoltà di chi matura il diritto alla pensione anticipata ordinaria perché ha raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi (oppure i 41 anni e 10 mesi per le donne) di chiedere di restare a lavorare ulteriormente.
E magari fino ai 67 anni della pensione di vecchiaia o a sua scelta prima.
Restando a lavorare ulteriormente l’interessato con il bonus Giorgetti chiede all’INPS di congelare il versamento dei contributi durante i mesi ulteriori di lavoro. Ma solo per la parte a suo carico, cioè il 9,19% di aliquota contributiva che rappresenta la quota a carico del lavoratore (la restante parte fino ad arrivare al 33% è a carico del datore di lavoro e non subisce variazioni con il bonus Giorgetti).
Ma cosa significa congelare la quota di contributi a carico del dipendente? Significa lasciarla in busta paga come netto in busta maggiore. Di fatto un aumento di stipendio vero e proprio.
Ecco cosa si guadagna sullo stipendio e sulla pensione con il bonus Giorgetti
Restando a lavorare però cosa accade? Accade che, come detto prima, il datore di lavoro continuerà a versare la parte di contribuzione a suo carico.
E questo naturalmente va a riempire il montante contributivo dell’interessato. E come tutti sanno con le regole di calcolo del sistema contributivo, più versamenti confluiscono nel montante maggiore è la pensione futura. Significa che al termine del lavoro extra a cui l’interessato ha aderito per sfruttare un maggiore stipendio con il bonus Giorgetti, lo stesso interessato matura una pensione più alta.
Che diventa ancora più alta per un altro meccanismo, sempre legato al calcolo contributivo delle pensioni. Infatti più alta è l’età di uscita migliore risulta essere il coefficiente di trasformazione del montante in pensione. Ed anche questo alla fine incide, visto che il prolungarsi del lavoro porta l’interessato ad uscire ad una età più alta.
Anche meno tasse da pagare, il 2026 si apre bene
Ma quanto guadagna davvero un dipendente con il bonus sullo stipendio se rimanda la pensione? Il calcolo è semplice. Prendiamo ad esempio un dipendente con 30.000 euro di reddito lordo. Per lui ci sarebbero 2.757 euro di stipendio netto in più. Ma per uno stipendio di questo genere c’è da dire altro. Infatti c’è anche il taglio del secondo scaglione IRPEF nato dalla manovra a completamento della riforma dell’Imposta iniziata nel 2025 con il passaggio da 4 a 3 scaglioni.
Sul secondo scaglione IRPEF che riguarda la parte dei redditi dei contribuenti che va da 28.000 a 50.000 euro, l’aliquota passa dal 35% al 33%. Due punti percentuali in meno quindi. Che tradotto in soldoni per chi ha 50.000 euro di reddito o più significa un utile di 440 euro, perché ci sono 440 euro di IRPEF in meno da versare. Naturalmente per l’esempio di prima e cioè del dipendente con 30.000 euro di reddito annuo, il risparmio sull’IRPEF è minore visto che il 2% in meno di imposta vale solo sui 2.000 euro ulteriori rispetto ai 28.000 euro che ricadono nel primo scaglione. Sono di fatto solo 40 euro in meno di IRPEF.