Andare in pensione nel 2023 potrebbe essere più facile e già a partire dai 62 anni, ma oggi non è la quota 103 l’argomento che affrontiamo. Infatti sempre di anticipo di pensione si tratta anche se non per forza di cose a 62 anni. Ed è ciò che consentono alcune misure che permettono il pensionamento per esempio a 64 anni di età oppure a 65 anni. Anzi, a conti fatti uscire a questa età potrebbe essere più vantaggioso rispetto che farlo a 62 anni. Una questione di calcolo della pensione.
Una cosa che molti non considerano infatti è che ci sono delle misure, non in deroga ai requisiti vigenti, ma ordinarie, che consentono il pensionamento senza limiti di età. E che statistiche alla mano hanno nei 64 anni di età la via più utilizzata per questa uscita.
“Salve a tutti, mi chiama Lena e vi chiedo alcune delucidazioni in merito a mio marito, lavoratore dipendente del settore metallurgico che ha già completato i 42 anni di contributi a settembre 2022. A gennaio ha compiuto 64 anni di età e ci chiedevamo se poteva essere il caso di avviare le pratiche per la pensione. Secondo me con la quota 103 potrebbe lasciare il lavoro. Per voi è davvero così o ci sono vincoli e paletti alla misura?”
Pensione a 64 anni di età e perché è l’età più usata per lasciare il lavoro
Nel 2023 la pensione con 41 anni di contributi potrebbe riguardare qualsiasi lavoratore che si trova ad aver maturato anche i 62 anni di età. Non ci sono particolari vincoli su questo, dal momento che la pensione con 41 anni di contributi fino al 2022 è stata esclusiva di alcune particolari categorie di lavoratori (invalidi, con invalidi a carico, disoccupati e lavori gravosi) che risultavano precoci (primo anno di contribuzione, anche discontinuo prima dei 19 anni di età). Ma ci sono casi in cui la quota 103 rischia di essere superflua per poter andare in pensione.
Il caso del marito della nostra lettrice è lapalissiano. Infatti ormai è a pochi mesi dal raggiungere il massimo dei contributi previsti per la pensione anticipata ordinaria. Parliamo della pensione che ha sostituito quella di anzianità. Una misura introdotta dalla riforma Fornero che non ha limiti anagrafici di alcun genere. Uscire prima con la quota 103, potrebbe essere una opzione, ma non l’unica. Infatti potrebbe essere più conveniente arrivare alla soglia massima dei contributi versati attendendo, come il caso del nostro lettore, pochi altri mesi di lavoro.
Le pensioni senza limiti di età nel 2023
Andare in pensione senza limiti di età è ciò che consente per esempio la pensione anticipata ordinaria. Dal momento che i requisiti di questa misura sono rimasti inalterati anche per il 2023, gli uomini potranno lasciare il lavoro come sempre con 42 anni 10 mesi di contributi a qualsiasi età. Lo stesso accade per le donne, alle quali però bastano 41 anni e dieci mesi di contributi previdenziali versati. La nostra lettrice quindi, per suo marito, ha diverse vie di uscita dal mondo del lavoro. Bisognerà verificare attentamente qual è la più conveniente non solo come età di uscita o anticipo, ma anche come importo della prestazione.
Le pensioni 2023 a 64 o 65 anni
Statistiche alla mano come dicevamo, è proprio a 64 anni di età la carriera più frequente per le uscite di quanti hanno raggiunto il massimo periodo di contribuzione utile alla pensione. Ma a dire il vero lo era anche per la vecchia quota 100. La misura cessata il 31 dicembre 2021 infatti prevedeva una carriera minima di 38 anni di contributi e una età minima di 62 anni. Ma anche durante i 3 anni di funzionamento della misura, con la quota 100 l’età più gettonata di uscita fu quella dei 64 anni. E non potrebbe essere diversamente visto che raggiungere carriere lunghe come queste misure prevedono, non è cosa facile prima di una determinata età.
Arrivare a quasi 43 anni di contributi versati ben difficilmente può essere fatto a un età di molto inferiore ai 64 anni. Per esempio un lavoratore che ha iniziato a lavorare a 21 anni non potrà raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi versati se non arriva almeno a 64 anni di età. E questo la dice lunga sul fatto che parlare di pensione anticipata senza limiti di età, con una mole di contributi necessari così elevata, è sbagliato se si parla di 60 anni di età come limite anagrafico di uscita.
Ma a 64 anni di età ci sono anche altre misure che consentono le uscite dal mondo del lavoro
A 64 anni di età si può accedere alla pensione anche con delle misure diverse dalla pensione per limiti di età. Per esempio c’è la pensione anticipata contributiva. Si tratta della misura che riguarda i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. La pensione si prende con solo 20 anni di contribuzione previdenziale versata. Questo significa che il diretto interessato, potrebbe uscire con la stessa carriera utile alle pensioni di vecchiaia ordinarie, ma tre anni prima. L’importante è, oltre ad avere iniziato la carriera dopo il 1995, anche raggiungere per lo meno una pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale. Nel 2023 però potranno uscire anche quanti hanno compiuto i 64 anni di età nel 2022. Naturalmente non si uscirà esattamente a 64 anni di età ma qualche mese dopo. Si tratta di soggetti che hanno maturato il requisito alla vecchia quota 102 che adesso è sparita ed è stata sostituita dalla nuova quota 103. Infatti chi ha completato entro il 31 dicembre 2022, sia i 64 anni di età che i 38 anni di contributi versati, potrà sfruttare questo canale di uscita anche nei primi mesi del 2023. E senza necessariamente dover arrivare a 65 anni di età
In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.