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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensione a 62 anni: ecco la novità del 2026

Anche nel 2026 in pensione a 62 anni di età, ma con tagli di assegni nettamente migliori rispetto a quota 103, ecco le ultime ipotesi.
4 mesi fa
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Anche nel 2026 in pensione a 62 anni di età, ma con tagli di assegni nettamente migliori rispetto a quota 103, ecco le ultime ipotesi.
Foto © Pixabay

In attesa di capire se il 2027 segnerà, come sembra probabile, l’aumento di 3 mesi dei requisiti per le pensioni, legato ai nuovi dati sulle aspettative di vita, il 2026 si apre a scenari importanti per il pensionamento.
Una novità rilevante potrebbe consentire l’uscita a 62 anni, introducendo nuove regole rispetto al passato.

Al posto della Quota 103, che dovrebbe essere cessata, arriverebbe la Quota 41 flessibile.
I requisiti anagrafici e contributivi resterebbero identici, poiché anche Quota 103 prevedeva 62 anni di età minima e 41 anni di contributi versati.
Ciò che cambia davvero sono le regole di calcolo della prestazione pensionistica, che diventerebbero più favorevoli.

Pensione a 62 anni: ecco la novità del 2026

Va chiarito subito che queste sono ipotesi basate sulle ultime indiscrezioni sul sistema previdenziale italiano: nessuna certezza ufficiale al momento, anche se l’abolizione di Quota 103 appare probabile.

Il piano del governo prevede una sostituzione: via Quota 103, dentro Quota 41 flessibile, con gli stessi requisiti ma nuove regole di calcolo.

Oggi per Quota 103 servono 62 anni di età e 41 anni di contributi; lo stesso varrebbe per Quota 41 flessibile, ma con calcoli meno penalizzanti per chi decide di uscire a 62 anni.

Una penalizzazione più leggera per la pensione a 62 anni dal 2026

Il vero cambiamento riguarda le regole di calcolo della pensione, oggi il vero limite di Quota 103.
La misura, infatti, è poco utilizzata, come dimostrano i dati: poco più di mille pensionamenti in un anno.
La ragione è chiara: il calcolo contributivo pieno comporta spesso una riduzione della pensione oltre il 30%, rendendo l’anticipo molto poco conveniente.

Con Quota 41 flessibile, il calcolo contributivo integrale verrebbe abbandonato, sostituito da una penalizzazione più leggera:

  • taglio lineare del 2% per ogni anno di anticipo;
  • nessun ricalcolo contributivo totale.

Ecco il calcolo per capire cosa cambia con la nuova misura flessibile

Di fatto, cambia il nome della misura – da Quota 103 a Quota 41 flessibile – e cambiano le regole di penalizzazione. Chi ha lunghe carriere ante 1996, quindi almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, è il più penalizzato dall’attuale calcolo contributivo.
Questi lavoratori hanno diritto al calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2011, ma con Quota 103 devono accettare il ricalcolo contributivo, perdendo oltre il 30% della pensione.

Con la penalizzazione lineare del 2% annuo, la perdita diventa molto più contenuta.

  • Esempio: pensione teorica di 2.000 euro mensili
    • con Quota 1031.400 euro (-30%);

    • con Quota 41 flessibile1.800 euro (-10%).

Chi esce 5 anni prima si garantisce così un trattamento dignitoso senza subire tagli eccessivi.
In più, ogni anno aggiuntivo di lavoro riduce la penalizzazione:

  • 4 anni di anticipo → taglio 8%;
  • 3 anni di anticipo → taglio 6%, e così via.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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