Salari troppo bassi e aumento degli occupati che, però, spesso risultano sottopagati. In Italia, il sistema del lavoro è da tempo al centro delle contestazioni da parte delle opposizioni al governo Meloni e dei sindacati.
Quando poi il discorso si sposta sul tema delle pensioni, le critiche si fanno ancora più dure: i requisiti di accesso sono considerati troppo rigidi e alti, e le pensioni vengono spesso liquidate con regole penalizzanti, che ne riducono gli importi.
Tutto ciò è frutto della riforma Fornero del 2012 e dei successivi peggioramenti introdotti, legislatura dopo legislatura, da diversi governi. Il risultato? Uno scenario difficile per gli italiani, stretti tra lavoro precario e pensioni basse.
Ma forse lamentarsi non è del tutto giusto. O almeno, non se si guarda a chi, in Europa, sta peggio. Perché c’è chi in pensione ci va a 74 anni o chi lavora 13 ore al giorno.
È quanto sta accadendo in un altro Paese membro dell’Unione Europea: la Grecia, dove la popolazione è scesa in piazza per protestare contro il governo, reo di proporre riforme drastiche e pesanti, ben oltre quanto accade in Italia.
Pensione a 74 anni, lavoro da 13 ore al giorno col 40% di stipendio in più: la legge Fornero sembra il Paradiso
Una pensione a 74 anni e giornate lavorative da 13 ore: sono queste le novità che in Grecia stanno scatenando le proteste. Si tratta di alcuni interventi inseriti in un disegno di legge voluto dal governo del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, non ancora approvato definitivamente, ma già capace di far esplodere la rabbia di milioni di cittadini ellenici, scesi in piazza il 2 ottobre.
Le misure sono state duramente criticate anche dalle associazioni sindacali, che denunciano il rischio di un peggioramento radicale dei diritti dei lavoratori.
Il governo conservatore guidato da Nea Dimokratia vorrebbe consentire ai dipendenti di lavorare 13 ore al giorno per un solo datore di lavoro (non per due diversi). Una vera e propria giornata di lavoro “fiume”, che non sarebbe obbligatoria, ma possibile su richiesta del lavoratore.
Il caos in Grecia: ecco cosa dicono le associazioni e i sindacati
I sindacati hanno reagito immediatamente, affiancati da manifestanti e lavoratori di diversi settori, sia pubblici che privati, che hanno dato vita a scioperi e interruzioni di servizio. I disagi hanno colpito trasporti, scuole, sanità e altri comparti essenziali.
Secondo i sindacati, anche se formalmente facoltativa, una norma simile darebbe ai datori di lavoro un potere eccessivo, con il rischio di ricatti occupazionali. Inoltre, lavorare 13 ore al giorno significherebbe violare il diritto alle 11 ore di riposo giornaliero, garantito dalle normative europee.
A poco serve, secondo i lavoratori, la promessa di un aumento del 40% dello stipendio per le giornate di lavoro prolungate, che peraltro sarebbero utilizzabili solo per un massimo di 37 giorni all’anno.
Ecco la pensione a 74 anni di età (ma non solo): in Grecia scoppia il finimondo
Se l’aumento dell’orario di lavoro fa discutere, ancora più accese sono le polemiche sul fronte pensionistico.
Dal 2023, infatti, in Grecia è stata introdotta una legge che consente ai lavoratori di restare in servizio fino a 74 anni di età. Considerando che anche lì, come in Italia, l’età pensionabile è fissata a 67 anni, la possibilità di restare al lavoro per altri sette anni è giudicata una forzatura intollerabile dai sindacati, che accusano il governo di compromettere la salute e la dignità dei lavoratori.
Ma non è tutto. Sotto accusa sono finiti anche altri interventi del governo, come:
- la settimana lavorativa di 6 giorni;
- il via libera ai licenziamenti senza preavviso nei primi 12 mesi di assunzione;
- e una sanzione da 5.000 euro per i lavoratori che, scioperando, dovessero causare danni a chi non partecipa allo sciopero.
Provvedimenti che hanno spinto molti a dire che, al confronto, la legge Fornero in Italia sembra quasi un Paradiso: un sistema severo, certo, ma che oggi appare quasi equilibrato rispetto a ciò che sta accadendo in Grecia.
Un paradosso europeo, che dimostra quanto il tema del lavoro e delle pensioni resti uno dei terreni più delicati e controversi di tutta l’Unione.