Negli anni, i lavoratori con pensione calcolata con il metodo misto stanno progressivamente diminuendo. È un effetto naturale del tempo, poiché per rientrare nel metodo misto bisogna aver iniziato a versare contributi prima del 1996. Oggi e sempre più in futuro, nel mondo del lavoro resteranno solo i cosiddetti contributivi puri, cioè coloro che hanno il primo contributo successivo al 1995.
Le regole del sistema contributivo, introdotto con la riforma Dini del 1996, sono molto particolari. Infatti, con soli 20 anni di contributi, si può accedere alla pensione a 64, 65 o 67 anni a seconda dell’importo maturato.
In altre parole, più alta è la pensione, prima si può andare in pensione.
Pensione a 64 o 67 anni: più alta la pensione minima, prima si esce
Il sistema contributivo calcola la pensione sulla base del montante contributivo, cioè sull’ammontare dei contributi versati durante la carriera lavorativa, rivalutati e trasformati in rendita attraverso coefficienti di trasformazione.
Questi coefficienti aumentano con l’età, quindi chi va in pensione più tardi ottiene un assegno più alto.
Nel contributivo non ci sono le maggiorazioni sociali previste per altri regimi, e l’età di uscita può variare:
- 64 anni per chi soddisfa determinati requisiti economici;
- 67 anni per la pensione di vecchiaia ordinaria;
- fino a 71 anni, in casi specifici.
Il fattore determinante è l’importo della pensione maturata: chi ha un assegno più elevato può accedere prima alla pensione.
Se prendi 530 euro al mese esci a 67 anni, se prendi 1.620 euro esci a 64 anni
Il sistema contributivo prevede tre fasce di uscita come sotto descritte.
- Pensione anticipata contributiva a 64 anni: possibile con 20 anni di contributi e un assegno pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale.
Per il 2026, considerando una rivalutazione dell’1,6%, ciò significa una pensione di circa 1.620 euro al mese (a fronte di un assegno sociale 2025 pari a 538,69 euro). - Sono previste riduzioni per le madri:
- con 1 figlio, soglia ridotta a 2,8 volte l’assegno sociale;
- con 2 o più figli, soglia ridotta a 2,6 volte l’assegno sociale.
- Pensione di vecchiaia a 67 anni: con 20 anni di contributi e un assegno almeno pari all’assegno sociale (circa 538 euro).
- Pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni: per chi non raggiunge la soglia minima, bastano 5 anni di contributi effettivi. In questo caso non è richiesto un importo minimo della pensione.
In sintesi:
| Importo della pensione | Età di uscita | Anni minimi di contributi |
|---|---|---|
| Circa 1.620 € | 64 anni | 20 anni |
| Circa 530 € | 67 anni | 20 anni |
| Anche meno di 530 € | 71 anni | 5 anni |
Conclusione
Le regole del sistema contributivo sono chiare:
- chi percepisce una pensione più alta può andare in pensione prima;
- chi percepisce una pensione bassa deve attendere i 67 o i 71 anni.
Un meccanismo che, di fatto, premia i redditi e i versamenti più elevati, rendendo l’uscita anticipata un privilegio per pochi.