Nella legge di Bilancio 2026 — che entrerà in vigore l’anno prossimo — fino a poche settimane fa erano presenti solo due grandi interventi: la proroga dell’Ape sociale al 31 dicembre 2026 e la conferma, seppur con maggiore elasticità, dell’aumento di 3 mesi dei requisiti pensionistici nel 2027 e nel 2028.
Come sempre accade con una manovra finanziaria, fanno rumore sia le misure inserite sia quelle assenti. E fino a ottobre — quando il Consiglio dei Ministri rese pubblica la prima bozza — mancavano due conferme importanti: opzione donna e quota 103, misure che pertanto sembravano destinate a sparire.
Adesso, con l’arrivo della manovra in Parlamento, si torna invece a parlarne con forza.
E la pensione a 61 e 62 anni nel 2026 torna ad apparire una possibilità concreta.
Pensione a 61 e 62 anni nel 2026: ci siamo, nella manovra la sorpresa
Faranno sicuramente salti di gioia i nati nel 1964, perché per molti di loro si potrebbero riaprire le porte della pensione anticipata. Non era affatto scontato, dopo aver visto nella bozza della manovra la scomparsa di opzione donna e quota 103.
Le donne nate nel 1964 che compiono 61 anni entro il 31 dicembre 2025 e che alla stessa data vantano 35 anni di contributi sarebbero le prime interessate dalla riapertura di opzione donna. Come sempre, infatti, la misura richiede che i requisiti siano completati entro l’anno precedente a quello in cui si chiede il pensionamento.
Inoltre, alcune proposte interne alla maggioranza puntano addirittura a estendere la platea: la pensione a 61 o 62 anni nel 2026 potrebbe riguardare più donne rispetto alla versione ristretta oggi in vigore.
Fino al 31 dicembre 2025 opzione donna è riservata esclusivamente a:
- invalide;
- caregiver;
- lavoratrici dipendenti (o già licenziate) di aziende in crisi con tavoli aperti al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Tra gli emendamenti alla manovra ce n’è uno, in particolare di Fratelli d’Italia, che chiede di aprire opzione donna a tutte le disoccupate che abbiano terminato la Naspi dopo una perdita involontaria del posto di lavoro.
Pure la quota 103 di nuovo in pista: ecco la novità
Anche quota 103 torna d’attualità. Ci sarebbero infatti concrete possibilità che in extremis la misura venga confermata anche per il 2026. In questo modo resterebbe accessibile la pensione a 62 anni con 41 anni di contributi, con le consuete finestre di:
- 7 mesi per i lavoratori privati;
- 9 mesi per i dipendenti pubblici.
Rimarrebbe inoltre il cosiddetto bonus Giorgetti (o bonus Maroni). Cioè la possibilità di posticipare l’uscita per continuare a lavorare percependo uno stipendio più alto. Ciò grazie allo sgravio dei contributi a carico del lavoratore.
Il quadro che si delinea per il 2026 è dunque questo:
- pensione a 61 anni con opzione donna (in versione ampliata, se l’emendamento sarà approvato);
- pensione a 62 anni con quota 103, se prorogata.
In altre parole, nel 2026 potrebbero esserci le stesse opportunità di oggi – e forse anche migliori – per chi vuole uscire dal lavoro ben prima dei 67 anni.