Una proposta di legge rischia davvero di portare una grande novità nel sistema pensionistico italiano con il riscatto laurea. Potrebbe introdurre la possibilità di andare in pensione a partire dai 60 anni di età o con molti meno anni di versamenti. Un cambiamento notevole, considerando che finora, guardando al futuro, si è parlato più di un aumento dei requisiti che di una diminuzione.
La novità è settoriale, perché riguarda circa 1,2 milioni di lavoratori del comparto scuola. Ma è una proposta che potrebbe anche essere estesa ad altri settori.
Il cosiddetto DDL Bucalo è tornato di attualità grazie alla riattivazione dell’esame della proposta. A rafforzarne la spinta c’è anche l’iniziativa del sindacato Anief, che ha promosso una raccolta firme per chiedere agevolazioni pensionistiche per i lavoratori della scuola.
Questi ultimi, spesso, sono costretti a rimanere in servizio in età avanzata, in un lavoro considerato gravoso.
Il riscatto agevolato della laurea e la possibilità di andare in pensione dal lavoro sono i cardini della proposta. Ma come funzionerebbe nel concreto? Il riscatto per le pensioni sarebbe davvero conveniente?
In pensione tra i 60 e i 62 anni: con 900 euro di riscatto laurea si può, ecco come uscire prima
Per i lavoratori del comparto scuola, la pensione potrebbe arrivare già dai 60 anni o con 5 anni in meno di contributi, grazie a un riscatto della laurea particolarmente vantaggioso. L’onere a carico del lavoratore sarebbe infatti di circa 900 euro per ogni anno riscattato.
La misura, per ora, riguarda solo docenti, dirigenti scolastici e personale ATA. Secondo i dettami della proposta, il riscatto avverrebbe con un’aliquota del 5%, molto inferiore a quella prevista per il riscatto ordinario.
Quest’ultimo, pur essendo uno strumento utilizzato da anni, comporta costi elevati, che arrivano mediamente a circa 6.000 euro per ogni anno di studio. Ed è proprio l’entità di queste cifre a rappresentare spesso un deterrente per chi vorrebbe trasformare gli anni universitari in contributi pensionistici.
Con il nuovo meccanismo, invece, il costo si ridurrebbe drasticamente: circa 900 euro l’anno, fino a un massimo di 4.500 euro per 5 anni di riscatto. Un cambiamento che renderebbe l’adesione molto più accessibile.
Ecco che significato avrebbe l’estensione della proposta a tutte le categorie di lavoratori
La proposta non stabilisce un’età anagrafica precisa, ma i benefici sarebbero evidenti. Oggi, per le pensioni anticipate ordinarie, servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Con il riscatto agevolato di 5 anni, i requisiti si abbasserebbero sensibilmente: si potrebbe uscire con 37 o 38 anni di contributi, raggiungendo così la pensione già a 60, 61 o 62 anni.
Un vantaggio significativo rispetto alla necessità di arrivare a quasi 43 anni di contribuzione per le uscite anticipate ordinarie.
Al momento, la novità riguarda esclusivamente la scuola. Tuttavia, se la misura venisse approvata, potrebbe spingere i legislatori a valutarne l’estensione ad altri comparti. Sarebbe un cambiamento importante: molti rinunciano oggi al riscatto degli anni universitari proprio perché troppo costoso.
Con una formula agevolata, invece, si aprirebbe una vera opportunità di svolta per il sistema previdenziale.
