I pensionati statali hanno diritto ad un aumento per il rimborso da rinnovo contratti. Come canta Anastasio con il brano La fine del mondo: “E ho le licenze scadute da un pezzo, quella poetica da rinnovare o levare di mezzo. Abbatto la clessidra orizzontale per fermare il tempo a patto che smettiate di soffiare per cambiare il vento”.
Tanti sono i cambiamenti, sia personali che economici e normativi, con cui bisogna fare i conti nel corso degli anni.
Lo sanno bene i tanti lavoratori e pensionati che temono di non riuscire a stare dietro a tutte le scadenze e le misure che possono avere un impatto diretto sul proprio reddito.
Tra aggiornamenti fiscali, adeguamenti previdenziali e novità amministrative, d’altronde, le tempistiche e le modalità di applicazione possono variare da categoria a categoria. Il tutto creando spesso incertezza e attese.
Proprio in questo contesto si inserisce il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, con effetti che si estendono non solo ai dipendenti attualmente in servizio, ma anche agli ex lavoratori ormai in pensione.
Rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, comparto Funzioni Centrali
Il 27 gennaio 2025 è stato firmato definitivamente il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, comparto Funzioni Centrali, del triennio 2022/2024, da cui si evince che:
“I benefici economici risultanti dalla applicazione dell’art. 30 (Incrementi degli stipendi tabellari) sono computati ai fini previdenziali, secondo gli ordinamenti e le norme vigenti, tenendo conto delle decorrenze e degli importi previsti dall’art. 30 (Incrementi degli stipendi tabellari), nei confronti del personale comunque cessato dal servizio, con diritto a pensione, nel periodo di vigenza del presente contratto. Agli effetti dell’indennità di buonuscita o di anzianità, del trattamento di fine rapporto, dell’indennità sostitutiva del preavviso, nonché dell’indennità in caso di decesso di cui all’art. 2122 c.c., si considerano solo gli aumenti maturati alla data di cessazione del rapporto di lavoro”.
In base al contratto in questione, quindi, coloro che hanno cessato il servizio con diritto alla pensione nel triennio compreso dal 2022 al 2024 hanno diritto ai benefici economici conseguenti l’incremento degli stipendi tabellari.
Entrando nei dettagli per trattamenti quali il trattamento di fine servizio, l’indennità di buonuscita, l’indennità di anzianità, l’indennità sostitutiva del preavviso e l’indennità ai superstiti in caso di morte vengono presi in considerazione solamente gli importi aggiuntivi sulle mensilità a partire dall’entrata in vigore del nuovo contratto, ovvero il 1° gennaio 2022, fino al termine del rapporto lavorativo.
Pensionati statali: quando arriva l’aumento per il rimborso da rinnovo contratti
Per gli arretrati inerenti il calcolo pensionistico, invece, si prendono in considerazione gli incrementi stipendiali senza differenza rispetto ai dipendenti in servizio. Ne consegue che in seguito al ricalcolo i soggetti interessati hanno diritto agli arretrati maturati dal 1° gennaio 2024. Il periodo precedente risulta essere compensato dall’indennità di vacanza contrattuale.
Soffermandosi su quest’ultimo aspetto è bene sottolineare che alcuni pensionati potrebbero aver ricevuto anticipi a titolo di indennità vacanza contrattuale. O acconto del contratto dall’importo più elevato rispetto alla somma spettante.
In seguito alla firma definitiva del rinnovo contrattuale, quindi, si è verificata una discrepanza tra gli importi effettivamente dovuti e quelli già erogati. Di conseguenza alcuni pensionati potrebbero dover restituire parte delle somme ricevute.
Tirando le somme, quindi, i pensionati ex dipendenti pubblici hanno diritto agli arretrati derivanti dal rinnovo contrattuale per il periodo in cui erano in servizio. Tuttavia, l’effettiva erogazione dipende da vari fattori, tra cui la data di pensionamento e gli eventuali anticipi già ricevuti. Molti pensionati, quindi, potrebbero già aver ricevuto tale incremento. Altri, invece, dovranno ancora attendere.
Si consiglia di monitorare le comunicazioni ufficiali dell’INPS e verificare la propria posizione per comprendere l’importo spettante e le tempistiche di pagamento. A tal fine è possibile consultare il cedolino pensione tramite il portale INPS o NoiPA. In caso di dubbi o discrepanze, è consigliabile contattare l’istituto di previdenza per ottenere chiarimenti sulla propria posizione.