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Oggi: 09 Dic, 2025

Patrimoniale, ecco perché gli italiani non la vogliono

La patrimoniale è impopolare in Italia e sono tante le ragioni di questa opposizione alla proposta arrivata da Maurizio Landini (CGIL).
3 settimane fa
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Patrimoniale in Italia
Patrimoniale in Italia © Licenza Creative Commons

Anche questa settimana in Italia siamo riusciti a parlare di “patrimoniale” con riferimento alla proposta della CGIL di Maurizio Landini di stangare le ricchezze superiori ai 2 milioni di euro con un’imposta dell’1,3%. Obiettivo: racimolare 26 miliardi di euro per finanziare servizi come la sanità, le politiche abitative e in favore dei disabili. A schierarsi a favore sono stati solamente i vertici politici di Alleanza Sinistra Verdi, ossia Nicola Fratojanni e Angelo Bonelli. Nel Partito Democratico la presa di posizione a favore è arrivata solamente dalla segretaria Elly Schlein, mentre il resto del partito è rimasto in silenzio o si è dichiarato contrario.

Persino il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte ha preso le distanze, evitando di farsi associare al “partito delle tasse”.

Ricordo del prelievo forzoso

Sul tema è intervenuto l’ex premier e fondatore dell’Ulivo, Romano Prodi, stavolta per ricordare al PD di Schlein che se continua a impaurire il ceto medio con proposte come la patrimoniale, può dimenticarsi di vincere anche le prossime elezioni politiche. Perché gli italiani sono ostili a questa imposta, che riguarderebbe solo una minoranza dei patrimoni? Una prima risposta può essere data dal prelievo forzoso del 1992 dai conti correnti. I risparmiatori furono beffati nel nome del risanamento dei conti pubblici e dell’euro, ma non trassero alcun beneficio apparente dalla misura.

Quel ricordo ancora oggi semina ostilità verso le istituzioni, che effettivamente tradirono il patto con i cittadini-contribuenti. Una seconda ragione sarebbe che la patrimoniale non farebbe che aumentare le imposte in un Paese in cui sono già altissime. Checché ne dica Landini, il problema dell’Italia non risiede di certo nelle basse entrate fiscali e contributive. Al contrario, esse sono salite al 42,8% del Pil nel 2024 contro una media UE del 40,3%. Abbiamo una pressione fiscale tra le più alte in un’Europa che di per sé non scherza.

Tasse in Italia già altissime

I fautori della patrimoniale sostengono che il gettito servirebbe a ridurre le imposte sui redditi a carico dei lavoratori e magari delle imprese. Facciamo due conti. La ricchezza netta delle famiglie ammontava a fine 2024 a 11.700 miliardi. Essa risultava concentrata per il 60% nelle mani del 10% più ricco della popolazione. Ammettendo che volessimo colpire proprio questa fetta degli italiani, quanto dovremmo prelevare da essa? Per tendere a una pressione fiscale in linea con la media UE servirebbero non meno di 55 miliardi. E questo denaro dovrebbe uscire dalle tasche di 6 milioni di italiani (bambini compresi), obbligati a pagare all’incirca lo 0,80% delle loro consistenze.

Può sembrare una richiesta modesta, ma parliamo di circa 80.000 euro su un patrimonio di 10 milioni. E questo potrebbe essere anche solo totalmente di tipo immobiliare, cioè non liquido. Pensate che milioni di famiglie italiane, pur di pagare la patrimoniale allo stato, si mettano a svendere le case o i portafogli finanziari detenuti? E se anche fosse così, il risultato non sarebbe altro che un tracollo del valore dei patrimoni, con conseguente caduta gettito fiscale per l’anno successivo. Senza contare la fuga dei capitali verso l’estero.

Patrimoniale e logica assistenziale

Gli italiani sono più maturi e smaliziati di quanto pensi la politica. Sanno che queste misure non servirebbero ai più poveri, semplicemente perché metterebbero in fuga i più ricchi e risulterebbero di difficile attuazione. Inoltre, pensare che lo stato utilizzi il gettito per ridurre altre imposte sarebbe come credere che il lupo lasci in pace le pecore dopo che queste gli hanno consegnato una di loro. E allora a cosa servirebbe la patrimoniale, se non ad aumentare la capacità del governo di turno di riscuotere consenso con i soldi degli altri? Vogliamo forse tendere ad una società di tipo assistenziale, per cui alcuni reclamino solo diritti e altri paghino? Non è il modello a cui ambisce la gran parte dei cittadini, desiderosa più semplicemente di essere messa dallo stato nelle condizioni di lavorare e produrre per sostentarsi, non di vivere sulle spalle degli altri contribuenti.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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