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Oggi: 05 Dic, 2025

L’oro segna un nuovo record vicino a 3.600 dollari: è l’unica moneta transnazionale

Ennesimo record per l'oro, salito nella serata di ieri a 3.577 dollari l'oncia. Il metallo giallo rimane l'unica moneta transnazionale.
3 mesi fa
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Nuovo record dell'oro sopra 3.800 dollari
Nuovo record dell'oro sopra 3.800 dollari © License Creative Commons

Ennesimo record per l’oro, che nella serata di ieri (ore italiane) è salito sopra 3.577 dollari l’oncia. Mentre scriviamo, si aggira a poco più di 3.537 dollari. Un balzo che si spiega con i timori legati alle situazioni fiscali di diverse economie come Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Ed è paradossale che ciò stia avvenendo contestualmente alla risalita dei rendimenti a lungo termine. Proprio ieri il Treasury a 30 anni ha toccato il 5%, soglia che non vedeva da luglio. Il Gilt per la medesima scadenza è arrivato ad offrire oltre il 5,70%, mai così tanto sin da inizio 1998. In Francia, il trentennale rende più del 4,50% e in Italia il nuovo “benchmark” è stato emesso sopra il 4,70%.

Rendimenti su, timori su riarmo e inflazione

Un oro da record con rendimenti a lungo termine in crescita non è cosa consueta da vedere. In genere, le quotazioni del metallo sono correlate negativamente ai rendimenti obbligazionari. Quando questi ultimi salgono, l’appeal del bene rifugio si riduce. L’investitore trova più conveniente impiegare la liquidità per metterla a frutto sul mercato a reddito fisso. Viceversa, quando i rendimenti scendono.

L’apparente anomalia si spiega con il fatto che il mercato stia fuggendo dai titoli sovrani sul tratto lungo della curva, temendo la ripresa dell’inflazione e dei debiti presso le principali economie mondiali. Il riarmo europeo sta agendo da detonatore per la crisi fiscale che già si palesa a Parigi e Londra. I governi stanno annunciando piani per ricorrere al debito e con la finalità di potenziare la rispettiva sicurezza militare. E questa volta c’è anche la Germania a fare la sua parte.

Anzi, più degli altri stati sta mostrandosi intenta a riarmarsi, stanziando allo scopo 500 miliardi di euro in deficit entro i prossimi anni. Altrettanti saranno destinati agli investimenti.

Fuga dai debiti

La corsa dell’oro di record in record è la logica conseguenza di questa esplosione dei debiti. Gli investitori si fidano meno dei bilanci pubblici e cercano asset più sicuri. Dunque, pretendono rendimenti più alti per prestare denaro e al contempo guardano con crescente interesse al metallo. Le stesse banche centrali non smettono di accaparrarsene per rendere le rispettive riserve più resilienti agli shock di varia natura. Il vertice a Pechino per gli 80 anni dalla fine della guerra contro il Giappone ha evidenziato la contrapposizione tra blocchi geopolitici. Cina, India e Russia sono tra le principali potenze che cercano di slegarsi dall’Occidente, anzi lo sfidano ormai apertamente.

Record oro, lunga corsa da decenni

La finanza “dollaro-centrica” viene contestata in misura crescente dai BRICS, i quali non possono, però, contrapporvi una moneta loro che riscuota altrettanta fiducia nel mondo. Ed ecco spiegata la riscoperta dell’oro e i nuovi record. Piaccia o meno, questo asset rimane l’unica moneta transnazionale. E a differenza di qualsiasi altra forma di pagamento, non è credito. Chi lo acquista, evita il rischio di controparte. E non è manipolabile dalle banche centrali, cosa che accade con i tassi di cambio.

Grazie a queste caratteristiche peculiari e immutate da millenni, le quotazioni in dollari segnano un rialzo del 42% nell’ultimo anno, dell’85% in 5 anni e di oltre il 700% in 20 anni.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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