In settimana è stato completato con successo il collocamento di un Social bond da parte di Invitalia, società controllata al 100% dal Ministero di economia e finanze. Dell’operazione si sono occupate in qualità di Joint Global Coordinators Goldman Sachs e Santander, nonché di Joint Bookrunners insieme a Banca Akros e Banco BPM. L’importo emesso è stato di 350 milioni di euro, a fronte del quale sono stati ricevuti ordini per 470 milioni. C’è stato un buon successo tra gli investitori ESG europei. Il collocamento era riservato agli investitori istituzionali e sarà seguito dalla richiesta di ammissione alle negoziazioni alla Borsa di Lussemburgo.

Il Social bond ha rating medio-basso: Baa3 per Moody’s. Di fatto, un gradino sopra il livello “junk” o “spazzatura”. E questo spiega le ottime condizioni offerte ai sottoscrittori, chiaramente costose dal punto di vista di Invitalia. A fronte di una durata dell’obbligazione di soli 3 anni, la cedola lorda annuale è stata fissata al 5,25%. E i prezzo di emissione è risultato sotto la pari, a 99,884 centesimi. Pertanto, il rendimento lordo alla scadenza si aggira in area 5,30%.

Cos’è Invitalia? E’ un ente del Tesoro, che opera a sostegno dell’imprenditoria (femminile e giovanile, in particolare) nelle aree economicamente depresse del Paese. Questa sua qualità di ente con finalità sociali ha attratto ordini dal mercato ESG, che è caratterizzato proprio da obiettivi sociali, ambientali e volti a incentivare le buone pratiche di governance.

Rischi del Social bond Invitalia

Chi acquistasse sul mercato secondario questo Social bond, certamente si esporrebbe al rischio di credito. Tuttavia, esso risulta essere molto contenuto, dato che l’emittente è un ente dello stato. Nei fatti, le probabilità di un evento creditizio sarebbero nulle. D’altra parte, se non si avesse la certezza o volontà di tenere il titolo in portafoglio fino alla scadenza, il rischio di volatilità del prezzo sul mercato graverebbe sull’investimento.

Ma data la bassa duration, anch’esso dovrebbe essere valutato molto basso.

Qualche attenzione, invece, dovrebbe essere riservata al rischio di liquidità. L’importo del Social bond è limitato e, oltretutto, è stato prenotato da investitori istituzionali, specie del comparto ESG. Con ogni probabilità, la maggior parte di loro lo manterranno in portafoglio fino alla scadenza. Ciò ci spinge a dubitare che si riesca a formare un mercato sufficientemente liquido per le negoziazioni. I prezzi potranno mostrarsi volatili a ogni acquisto o vendita di un certo tipo. Gli spread denaro/lettera potrebbero essere elevati e colpire i rivenditori, allungando i tempi di cessione e abbassandone le pretese.

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