Una seduta importante quella di oggi, perché quando in Italia saranno le ore 14.30 uscirà il dato sull’inflazione negli Stati Uniti a novembre. In mattinata, poi, sono usciti i dati ISTAT sulla produzione industriale in Italia ad ottobre, risultata in calo dell’1% su settembre e dell’1,6% su base annua. Ma l’inflazione americana è il vero “market mover” non solo della giornata odierna, bensì di tutta questa fase pre-natalizia. E il Tesoro stamane è tornato a rifinanziarsi con l’emissione in asta di tre tranche di altrettanti BTp a medio-lunga scadenza, di cui vi forniamo sotto i risultati.

In tutto, sono stati raccolti 7 miliardi di euro, il massimo della forchetta fissata alla vigilia.

Risultati asta BTp, rendimenti giù

Vediamo nel dettaglio i risultati dell’asta BTp di oggi. C’era la nona tranche del BTp 15 dicembre 2024 senza cedola (ISIN: IT0005514473). Le richieste sono state pari a 3,59 miliardi, a fronte degli 1,5 miliardi assegnati dal Tesoro. Il rendimento si è attestato al 2,62%. E poi c’era la quinta tranche del BTp 15 gennaio 2026 con cedola 3,50% (ISIN: IT0005474330), per la quale sono pervenute richieste per 3,692 miliardi contro un’offerta di 2 miliardi. In questo caso, il rendimento è sceso dello 0,15% al 3,07%.

Infine, il Tesoro ha assegnato anche 3,5 miliardi di BTp 15 dicembre 2029 con cedola 3,85% (ISIN: IT0005519787). Gli ordini ricevuti sono stati 4,823 miliardi. Il rendimento è sceso dello 0,23% al 3,61%. Per tutti i titoli, la data di regolamento è stata fissata per il 15 dicembre.

Bond globali risalgono dal fondo

Dunque, i risultati dell’asta BTp possono considerarsi positivi. I rendimenti esitati sono stati complessivamente in calo rispetto alle precedenti emissioni. E’ il segno di quanto andiamo dicendo da qualche settimana, ovvero che il mercato obbligazionario globale dovrebbe avere toccato il fondo. In assenza di novità “hawkish” sul fronte dei tassi d’interesse, dovremmo assistere a una sua graduale ripresa nel corso del 2023. Già il rally iniziato ad ottobre ha portato le scadenze più lunghe ad apprezzarsi anche in doppia cifra.

Il dato sull’inflazione americana a novembre ci dirà già in queste ore quale possa essere la direzione a breve del mercato globale. Una discesa più marcata delle previsioni imprimerebbe una svolta positiva, mentre una discesa più lenta manterrebbe i livelli di volatilità di queste settimane. Una eventuale (improbabile) risalita scatenerebbe le vendite.

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