Il Ministero di economia e finanze ha reso noto il tasso di rivalutazione di capitale e cedola per il BTp Italia con scadenza 21 maggio 2026 e cedola reale 0,55% (ISIN: IT0005332835) e in relazione al pagamento del prossimo 21 maggio. Esso è stato fissato a 1,04213, cioè sarà del 4,213%. Infatti, l’indice FOI a inizio semestre, cioè in data 21 novembre 2022, era stato fissato a 113,4. Quello relativo alla fine del semestre, invece, risulta salito a 118,17742. Il rapporto tra i due valori esita proprio il suddetto tasso di rivalutazione.

Ricordiamo che il BTp Italia 2026 è un bond indicizzato al tasso d’inflazione rilevato dall’ISTAT sulla base della variazione semestrale dell’indice FOI, tarato sul potere di acquisto di una famiglia di operai e impiegati, al netto delle spese relative ai tabacchi. Sulla base dell’annuncio ufficiale, siamo in grado di calcolare la cedola in percentuale staccata dal Tesoro per il prossimo 21 maggio.

Supponiamo di avere investito un capitale di 1.000 euro. Tra poco più di un mese, questo sarà rivalutato del 4,213%, cioè di 42,13 euro. E la cedola semestrale dello 0,275% sarà calcolata su tale capitale rivalutato, cioè su 1.042,13 euro. Essa sarà pari a 2,87 euro (0,278%). Sommando i due valori, gli obbligazionisti riceveranno un accredito al lordo dell’imposta di 45 euro, esattamente del 4,5% del capitale nominale.

Rivalutazione BTp Italia 2026 a rischio a novembre

Il BTp Italia 2026 si acquistava ieri sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana per circa 97,50 centesimi, corrispondenti a un rendimento reale lordo alla scadenza in area 1,10%. Esso si confrontava con circa il 3,55% offerto dal bond a 3 anni del Tesoro con cedola fissa. Dunque, gli investitori sconterebbero attualmente un tasso medio annuo d’inflazione del 2,45% per il prossimo triennio. Un dato estremamente inferiore al 7,6% di marzo, in calo dal 9,1% del mese precedente.

L’indice FOI a marzo è sceso a 118 dal valore di 118,5 raggiunto a febbraio. Se i prezzi al consumo restassero invariati nei prossimi mesi, per il BTp Italia 2026 rischia di non scattare alcuna rivalutazione in occasione del pagamento di novembre.

Infatti, a tale fine sarebbe necessario che l’indice per settembre risultasse superiore al valore di questo fine semestre, cioè a 118,17742. Bene che vada, stando alle attuali condizioni macroeconomiche, dovremmo attenderci una rivalutazione minima. I pagamenti di questi mesi saranno verosimilmente gli ultimi sostanziosi a favore degli obbligazionisti.

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