Il Portogallo torna ad emettere bond. Lisbona ha infatti collocato recentemente sul mercato 3 miliardi di euro in titoli di stato a 10 anni offrendo tassi d’interesse superiori al 4%. Le obbligazioni (Isin PTOTEUOE0019) sono state prezzate a 99,143 per un rendimento del 4,23% e sono negoziabili per importi di 1.000 euro.

I nuovi bond portoghesi con scadenza gennaio 2027, sono stati accolti dagli investitori con una domanda superiore al quantitativo offerto, visto che i rendimenti nell’area euro restano molto compressi fra i paesi core anche per il quantitative easing della Bce.

Da notare che rispetto a un anno fa, quando furono collocati altri bond portoghesi decennali, il rendimento si è alzato di circa un punto e mezzo a dimostrazione delle difficoltà dell’economia del Portogallo a uscire dalla crisi. Il rating del paese è BB+ per Fitch e S&P, Ba1 per Moody’s, mentre resta per Dbrs BBB-. L’agenzia di rating canadese, tuttavia, ha già anticipato che il Portogallo rischia di perdere lo status “investment grade” implicando che i sui titoli di stato non potranno più rientrare nel programma di acquisto dei bond da parte della Bce (QE).

Debito pubblico Portogallo troppo elevato 

Dopo sei anni di crisi e tre sotto il piano di salvataggio della Troika, il Portogallo ha un debito pubblico pari al 129% del Pil. Dopo le riforme e i sacrifici sociali, ha un tasso di disoccupazione all’11.2%. Dopo anni vissuti con istituti sottocapitalizzati e con in pancia miliardi di crediti deteriorati, ha un sistema bancario fragile, potenzialmente in grado di innescare un effetto “a spirale”che inghiottirebbe banche e governo. L’Europa ha cancellato la multe per “deficit eccessivo”, ma ora Lisbona dovrà dimostrare di sapercela fare. Ma la strada pare tortuosa. Manca un energico piano di riforme e la debolezza interna dell’economia ha spianato la strada all’avvento dei cinesi che hanno approfittato delle privatizzazioni per colonizzare il Paese.

I cinesi hanno acquisito una forte presenza nei settori strategici del paese spaziando dall’energia all’aviazione e stanno tentando di mettere le mani anche sul sistema bancario. Novo Banca, la seconda banca più importante del paese, finita in disgrazia con la crisi economica e salvata grazie a una ingente iniezione di capitali da parte dello Stato, sta cercando un compratore e, se non fosse per l’out out voluto dalle autorità portoghesi, ora sarebbe già sotto il controllo di Pechino per quattro spicci. Piuttosto verrà nazionalizzata – scrivono i giornali portoghesi – anche se per un breve periodo.