La scorsa settimana, da Bruxelles è trapelata l’intenzione di emettere nuovi eurobond per finanziare l’aumento delle spese militari e dei costi energetici a carico degli stati dell’Unione Europea e reagire così unitariamente alla guerra mossa dalla Russia all’Ucraina. Del tema si è discusso al vertice europeo di Versailles, ma non è stato trovato un accordo. Paesi come Olanda e Svezia si sono opposti, mentre a sorpresa l’Austria è parsa favorevole.

Da quando gli eurobond sono entrati nel dibattito, i rendimenti decennali dei Bund tedeschi sono risaliti di ben 35 punti base allo 0,33% di ieri.

Tuttavia, anche quelli dei BTp italiani sono aumentati di 30 punti all’1,90%. In teoria, le emissioni comuni dovrebbero ridurre il rischio percepito per i bond nel Sud Europa, restringendo gli spread. Se guardate sul mercato sovranazionale, scoprirete per esempio che il bond UE a 30 anni emesso per finanziare il Next Generation EU offriva ieri l’1,14%, il doppio dello 0,53% tedesco e meno della metà del 2,43% italiano. E’ la conferma che le emissioni comuni innalzerebbero i costi a carico del Nord Europa e li ridurrebbero nel Sud.

Effetti ambigui degli eurobond sui BTp

Il fatto è che non stia andando del tutto così, però. C’è da dire che gli eurobond al momento risultano solamente una proposta e non una prospettiva immediata, un fatto che ha spento l’entusiasmo iniziale del mercato. Dopodiché, la BCE ha annunciato il taglio degli acquisti dei bond nel secondo trimestre, una sorpresa per la stragrande maggioranza degli analisti. Infine, l’alta inflazione di questa fase sta limitando i guadagni di tutti i bond, i quali al contrario stanno tornando a ripiegare, ora che il mercato spera nella fine della guerra tra Mosca e Kiev non lontana.

Lo spread BTp-Bund a 10 anni resta poco sotto 160 punti dopo avere toccato un picco di 175 nel giorno dell’invasione russa.

Il restringimento delle condizioni monetarie da parte della BCE non favorisce una sua ulteriore discesa, al contrario aumentando la percezione del rischio sovrano italiano. Gli eurobond stanno avendo questo effetto paradossale: da un lato, prospettano minori costi per l’Italia, dall’altro rendono più probabile una stretta ravvicinata di Francoforte. Una volta che l’istituto avesse certezza che a Bruxelles emetterebbero debito comune, procederebbe con minori remore ad alzare i tassi d’interesse, dato che i timori sulla frammentazione dei mercati finanziari nell’Eurozona si ridurrebbero. E questo discorso contiene l’apprezzamento dei BTp.

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