Il Vietnam non rappresenta più un paese ad alto rischio. Benché l’agenzia di rating Standard & Poor’s attribuisca al Vietnam un merito creditizio “non investment grade” classificando il suo debito in area BB-, in questi ultimi anni il paese ha fatto progressi economici notevoli e i rendimenti obbligazionari sono ora abbastanza stabili.   Dal 2011 il Governo vietnamita ha avviato una serie di misure congiunturali di stabilizzazione economica. L’inflazione, al 18,7%, è stata ricondotta al 6,6% nel 2013 e nel 2014, in base alle più aggiornate previsioni, dovrebbe rimanere attorno al 6,7%.

Conclusosi l’impatto delle misure restrittive, il tasso di crescita si attesterebbe quest’anno al 5,6%, in crescita (seppure lieve) rispetto al 5,4% registrato nel 2013. E’ pertanto possibile ipotizzare una continuazione della fase di espansione dei consumi privati, già in sensibile crescita. Rimane comunque essenziale la conferma dell’impegno delle autorità vietnamite nell’att azione delle riforme necessarie a garantire maggiore trasparenza e liberalizzazione del sistema economico e opportunità agli investitori internazionali che consentano al paese di raggiungere l’ambizioso obiettivo dichiarato dalle Autorità vietnamite, di divenire un paese ad economia industrializzata, entro il 2020.   Obbligazioni Repubblica del Vietnam   I bond governativi, benché cresciuti molto di prezzo nell’ultimo biennio, offrono ancora ritorni interessanti sulla parte lunga della curva. L’obbligazione statale decennale da 1 miliardo di dollari (USY9374MAF06 ), emessa nel lontano 2010 e che va a maturazione nel 2020, offre un rendimento del 4% a fronte di una cedola del 6,75%. Negoziabile intorno a 113 per importi minimi di 200.000 dollari, è ultimamente diventata oggetto di acquisto di molti fondi d’investimento che intravvedono nel paese del Sud Est asiatico (87 milioni di abitanti) enormi opportunità di crescita e sviluppo. Il Vietnam non ha difficoltà di accesso ai mercati internazionali, come dimostrato da una recente emissione decennale da 1 miliardo di dollari che è stata prezzata presso investitori internazionali alla pari da un pool di banche guidate da Deutsche Bank, HSBC e Standard Chartered Bank.
Il nuovo bond governativo con scadenza 2024 (USY9384RAA87), offre una cedola del 4,80% su base semestrale il 19 maggio e 19 novembre di ogni anno e fa già gola ai fondi che, in attesa di quotazione alla borsa di Singapore, lo stanno comprando sul mercato non regolamentato OTC al prezzo di 101,50, per un rendimento che supera di “appena” 230 bp quello offerto dai Treasuries USA.   Vietnam, il giudizio degli analisti   [fumettoforumright]Secondo gli analisti, al momento non vi sarebbero motivi per i quali non bisognerebbe considerare opportuno l’investimento in obbligazioni vietnamite. Solo tre mesi fa Moody’s ne aveva promosso il rating a B1 individuando, tra i motivi principali, la crescita economica, la diminuzione dell’inflazione e il rafforzamento del sistema bancario interno. Cosa che sta attirando investimenti e capitali dall’estero. Nonostante il ritmo di crescita sia rallentato – si legge in una nota – rimane su livelli molto elevati accompagnato dal rafforzamento della bilancia dei pagamenti verso l’estero, dovuta principalmente al basso livello delle importazioni. Anche il turismo, una delle principali risorse del Vietnam, è in aumento, grazie all’incremento del numero di voli lowcost. La crescita registrata in questi ultimi anni e la nuova tendenza ad organizzare viaggi di gruppo lascia prevedere ci sia spazio per un nuovo tipo di turismo, alimentato da clienti meno facoltosi ma di numero maggiore.