L’altro ieri, Nexi ha concluso il collocamento di obbligazioni senior unsecured convertibili per l’importo di 1 miliardo di euro. La scadenza è stata fissata per il 2028, per cui si tratta di un bond della durata di 7 anni. Le banche impegnate nell’operazione sono state Bank of America, JP Morgan, Credit Suisse, HSBC e IMI-Intesa Sanpaolo. In una nota, la società ha spiegato che l’emissione è stata la più grande di sempre per una digital payments company europea e la maggiore circa l’entità del premio di conversione offerto sin dal 2015 in Italia.

Le suddette obbligazioni sono state emesse subordinatamente all’approvazione di un aumento di capitale senza diritto di opzione da parte dell’assemblea degli azionisti. Sono zero coupon, cioè non corrisponderanno fino alla scadenza alcuna cedola e consentiranno a Nexi di allungare il debito e di abbatterne il costo medio. I proventi raccolti saranno destinati a finanziare il debito di Nets al 15 novembre 2020, data di annuncio della fusione con Nexi, e/o le attività caratteristiche.

Obbligazioni Nexi convertibili in azioni a 7 anni, ecco le condizioni dell’emissione

Il prezzo di conversione è stato fissato a 24,5525 euro, cioè a premio del 52,5% rispetto al “reference share price” di 16,10 euro, il valore a cui le banche collocatrici hanno proceduto a un “accelerated bookbuilding” per la vendita di azioni ordinarie per conto dei sottoscrittori delle obbligazioni che intendano proteggere l’investimento con la vendita allo scoperto di tali azioni ordinarie. In altre parole, agli obbligazionisti è stata fornita una forma di “hedging” contro il rischio di investimento del bond. Come? Parallelamente potranno vendere allo scoperto azioni Nexi, per cui nel caso in cui il loro valore si riducesse e, quindi, la conversione non avvenisse per via della mancata convenienza, almeno potrebbero guadagnare dall’acquisto del titolo a prezzi inferiori a quello a cui lo avrebbero venduto, per l’appunto a 16,10 euro.

Come funziona il bond convertibile

Per il resto, va detto che dalla sua quotazione a Piazza Affari nell’aprile del 2019, le azioni Nexi hanno guadagnato circa il 100%, anche se ieri ripiegavano intorno al valore fissato per il “reference share price”. Mai, però, si sono avvicinate al prezzo stabilito per la conversione. Il massimo è stato registrato in chiusura di seduta lo scorso 18 settembre a 17,14 euro. Ad ogni modo, da qui al 2028 vi sarebbe tutto il tempo per supporre un aumento di oltre il 50%, specie considerato il trend passato e tenendo conto anche del business crescente dei pagamenti elettronici, in fase di agevolazione da parte dello stato italiano con misure come la lotteria degli scontrini, il cashback e il Super Cashback.

Nel caso in cui alla scadenza del bond, il prezzo delle azioni Nexi fosse superiore ai circa 24,55 euro, l’obbligazionista avrebbe modo di realizzare un guadagno dall’esercizio della conversione, seguito dalla rivendita del titolo. Ad esempio, se per allora le azioni valessero in borsa 26 euro, per ognuna posseduta si maturerebbe una plusvalenza del 5,9%, pari a un rendimento lordo annuo dello 0,84% per ciascuno dei 7 anni di durata dell’investimento. Per questo, pur essendo uno zero coupon, il bond si mostra appetibile. E nel caso in cui le azioni salissero, avvicinandosi al prezzo di conversione, i prezzi del bond seguirebbero, consentendo eventualmente all’obbligazionista di rivenderlo realizzando plusvalenze grazie al disinvestimento anticipato.

Perché con la crisi dei mercati sono esplose le emissioni di obbligazioni convertibili

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