Credit Suisse torna ad emetter obbligazioni su Borsa Italiana. E’ infatti disponibili dal 20 settembre 2016 sul Mot, una nuova obbligazione della banca svizzera denominata in dollari australiani (AUD) di durata 10 anni chiamata “Obbligazione Tasso Misto in Dollari Australiani Settembre 2026”. Le obbligazioni Credit Suisse (codice ISIN XS1444047697) sono state collocate alla pari per 50 milioni, sono di tipo senior unsecured e sono negoziabili per importi minimi di 2.000 dollari, circa 1.360 euro. I bond fruttano interessi lordi annuali del 6,0% in misura fissa per i primi due anni e in misura variabile per i successivi otto fino a scadenza.

La parte variabile avrà decorrenza dal 14 settembre 2019 e sarà determinata in base all’andamento dell’indice BBSW Rate a 3 mesi, attualmente al 1,75% circa, con un tasso minimo garantito del 2% (floor). Il rimborso è previsto in unica soluzione il 14 settembre 2026, salvo possibilità di richiamo anticipato secondo le clausole del regolamento di emissione disponibile anche su Borsa Italiana.  Il rating di Credit Suisse è A per Standard & Poor’s e Fitch, A2 per Moody’s.

Credit Suisse, il rating del bond resta elevato nonostante le difficoltà

Il rating di Credit Suisse è A per Standard & Poor’s e Fitch, A2 per Moody’s. Il gruppo bancario svizzero è uno dei più solidi al mondo, tuttavia in questi ultimi periodi non è rimasto esente dalle turbolenze che hanno investito il comparto. Alla borsa svizzera,  il titolo azionario Credit Suisse ha ceduto circa il 50% negli ultimi dodici mesi. La banca ha riportato deboli risultati annuali nel 2015 e tagliato 4.000 posti di lavoro (tendenza che continua anche nell’anno in corso), con una perdita netta di 5,8 miliardi di dollari, la piu’ alta dal 2008. Tra i fattori che pesano sul settore bancario, figurano i bassi tassi di interesse in Europa e Giappone. Il gruppo bancario elvetico ha avviato un profondo processo di ristrutturazione, di svalutazione di assets e la creazione di una bad bank.

Dollaro australiano fra le monete più forti al mondo

Il dollaro australiano rimane fra le valute più forti al mondo. Il cambio nei confronti dell’euro staziona a 1,47 ed è oscillato negli ultimi 12 mesi fra 1,60 e 1,45. La valuta locale riflette in particolar modo la crescita economica del continente australiano che non conosce crisi da 25 anni a questa parte e per gli investitori ha rappresentato un vero e proprio rifugio dai cataclismi finanziari del nuovo secolo. In base ai dati forniti dall’ABS (Australiana Bureau of Statistics) nel 2015 l’economia australiana ha registrato un tasso di crescita del 2,5%, trainata soprattutto dai consumi privati (+2,6%) dal buon andamento degli investimenti nel settore immobiliare e dalla spesa pubblica (+2,9%). Si e’ trattato del 25mo anno di crescita consecutiva per l’Australia, che rafforza così la sua posizione di 12ma economia a livello mondiale con uno dei più alti livelli di qualità della vita. La buona salute dell’economia australiana è confermata dalla tripla AAA riconosciutale dalla principali agenzie di rating, la riduzione del tasso di disoccupazione dal 6,2 al 5,8%,  dall’inflazione sotto controllo (1,7 %), dal basso livello del costo del denaro (2%) e dall’elevato volume degli investimenti stranieri. L’Australia si colloca tra i migliori Paesi al mondo dove fare affari grazie ad una burocrazia efficiente e snella, un sistema giuridico ben funzionante e una forza lavoro qualificata e flessibile. Gli indubbi punti di forza dell’economia australiana sono innanzitutto rappresentati da un settore dei servizi molto competitivo (70% del PIL) e dall’abbondanza di risorse energetiche e minerarie (PIL 10,3%). Inoltre, l’Australia grazie ai suoi immensi territori dispone di un enorme potenziale di crescita nel settore agricolo.