Da oggi è possibile acquistare sul Mercato obbligazionario Telematico e su EuroTLX di Borsa Italiane le nuove obbligazioni emesse da Intesa Sanpaolo e denominate in dollari USA e sterline inglesi. Entrambe le tranche sono state rivolte agli investitori retail o individuali, presentano una durata di otto anni ciascuna e staccano cedole “step-down” o decrescenti. Vediamole nel dettaglio.

Tranche in dollari e sterline, ecco le condizioni

Le obbligazioni Intesa Sanpaolo in valuta statunitense prevedono un taglio minimo di 2.000 dollari, scadenza in data 12 gennaio 2032 e cedola iniziale del 7% lordo (ISIN: XS2745705637).

Tale tasso sarà valido per i primi due anni, mentre diminuirà al ritmo dell’1% in ciascuno dei rimanenti bienni. In altre parole, scenderà al 6% per il terzo e quarto anno, al 5% per il quinto e il sesto e al 4% per il settimo e l’ottavo.

Per quanto riguarda le obbligazioni Intesa Sanpaolo in valuta britannica, il taglio minimo è stato fissato in 1.000 sterline inglese, la scadenza sarà in data 12 gennaio 2032 e la cedola iniziale è del 6,60% (ISIN: XS2745706445). Anche in questo caso, il tasso annuo lordo scenderà dell’1% ogni biennio. Sarà del 5,60% per il terzo e quarto anno, del 4,60% per il quinto e sesto e del 3,60% per il settimo e ottavo.

Rischio di cambio

Come potete capire, queste due tranche delle obbligazioni Intesa Sanpaolo comportano l’assunzione di un rischio di cambio. Ciò spiega le cedole relativamente elevate. In media, se venissero acquistate alla pari, la tranche in dollari offrirebbe una cedola annua del 5,50% e la tranche in sterline del 5,10%. Al netto dell’imposizione fiscale del 26%, scenderebbero rispettivamente al 4,14% e al 3,77%. Chiaramente, se l’acquisto avvenisse sopra la pari, il rendimento risulterebbe inferiore; viceversa, se l’acquisto avvenisse a prezzi sotto la pari.

Obbligazioni Intesa Sanpaolo, perché cedola step-down

Le obbligazioni Intesa Sanpaolo da poco emesse e da oggi acquistabili sul mercato secondario sono del tipo Senior Unsecured, cioè ordinarie.

I rating sono BBB per S&P e Fitch, Baa1 per Moody’s e BBB(high) per Dbrs. Il rischio di credito insito in tali giudizi è da considerarsi medio. Ma, dicevamo, il rischio di cambio c’è. Se il dollaro o la sterlina si deprezzassero contro l’euro nei prossimi mesi o anni, il valore del capitale e delle stesse cedole nel frattempo distribuite si ridurrebbe, una volta effettuata la conversione.

Perché offrire una cedola di tipo decrescente? In una fase di rendimenti ancora elevati per via dei tassi d’inflazione sopra i target fissati dalle banche centrali, le cedole iniziali elevate consentono all’obbligazionista di ricevere un flusso di redditi adeguato contro il carovita. Nel tempo tali cedole scenderanno e con esse anche il rendimento medio annuo percepito, pur restando relativamente generoso e anche al netto della tassazione. Un modo per diversificare il portafoglio obbligazionario sul fronte valutario, magari evitando di esporsi per percentuali elevate del proprio capitale.

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