Siamo entrati nella settimana della Banca Centrale Europea (BCE), che terrà questo giovedì il suo primo board del mese. Appuntamento cruciale per il mercato dei bond, che da settimane è tornato in leggera tensione sull’ipotesi di rinvio del taglio dei tassi di interesse al secondo o terzo trimestre dell’anno. Ne pagano lo scotto anche le obbligazioni in dollari di Societe Generale (ISIN: XS2699738113), la cui emissione alla pari risale solamente al 5 gennaio scorso ed è stata rivolta all’investitore retail italiano.

Il lotto minimo acquistabile di appena 2.000 dollari rende il titolo alla portata di un po’ tutte le tasche.

Maxi-cedola cumulata fino a scadenza

Questo è un bond del tipo “callable” e “cumulative” con maxi-cedola dell’8%. Vi spiegheremo in sintesi le sue caratteristiche. La scadenza è fissata per il 5 gennaio del 2039. Tuttavia, l’emittente si riserva la facoltà di rimborsare ogni anno in anticipo sia il capitale alla pari che la cedola sino ad allora accumulata, a partire dal 5 gennaio 2025. Praticamente, se l’esercizio della call avvenisse già tra un anno, le obbligazioni Societe Generale pagherebbero all’investitore 108; se avvenisse tra 5 anni, 140; tra 10 anni, 180; tra 14 anni, 212.

Come avete potuto forse comprendere, il pagamento della cedola avverrà o per intero alla scadenza fissata o alla previa data di rimborso del capitale. Dunque, queste obbligazioni Societe Generale non erogano fino ad allora alcun flusso di reddito e ciò spiega anche perché il tasso cedolare sia stato fissato su livelli così elevati. In effetti, il suo calcolo effettivo si ha tramite l’interesse composto. Ad esempio, se il rimborso avvenisse tra un anno, il tasso sarebbe dell’8%. Se avvenisse tra 5 anni, scenderebbe al 7%; tra 10 anni al 6%; infine, se dovessimo attendere la scadenza ufficiale per riscuotere capitale e interessi, il tasso scenderebbe al 5,4%.

Rendimento su con calo della quotazione

Ciò si spiega con il fatto che, una cosa sarebbe percepire l’8% tra un anno, altra cosa incassarlo tra tot anni.

In altre parole, se il nostro obiettivo fosse di massimizzare il rendimento, dovremmo augurarci che le obbligazioni Societe Generale ci fossero rimborsate entro i primi anni dall’emissione. Se, invece, puntiamo più semplicemente ad accumulare un certo interesse nel tempo, ci converrebbe che o il rimborso avvenisse più in là possibile o che non fosse mai esercitato, cioè che il capitale venisse rimborsato alla scadenza ufficiale dei 15 anni.

C’è un altro elemento che interviene su quanto scritto. Dall’emissione di pochi giorni fa, la quotazione è scesa ben sotto la pari. Venerdì scorso, chiudeva sull’EuroTlx a 96,55 centesimi. Questo vuol dire che l’investitore italiano ha oggi modo di acquistare le obbligazioni Societe Generale a sconto. E chiaramente, ne beneficia anche il suo rendimento. Ad esempio, alla scadenza questi salirebbe al 5,82% rispetto al 5,4% percepito mediamente acquistando il titolo alla pari.

Obbligazioni Societe Generale, fattori di rischio

A parte l’ipotesi di rimborso anticipato come sopra spiegato, esistono altri fattori di rischio? In primis, c’è l’eventualità che l’emittente non sia in grado di onorare il suo debito. Tuttavia, le obbligazioni Societe Generale godono di rating elevati: A per S&P e Fitch, A1 per Moody’s. Ciò implica un rischio di credito teorico abbastanza basso. Invece, è il rischio di cambio a comportare qualche problema effettivo. Se il dollaro perdesse terreno contro l’euro, il valore del rimborso alla scadenza o alla previa data di esercizio della call risulterebbe per l’investitore italiano più basso, una volta avvenuta la conversione.

Il rischio di cambio è nello specifico ancora più elevato, visto che le cedole saranno accumulate e pagate in un’unica soluzione assieme al capitale. Ciò impedirebbe all’investitore di attutire nel frattempo l’eventuale discesa graduale del dollaro.

Infine, l’emissione in questione riguarda un bond senior non garantito, cioè ordinario. Non essendovi alcuna subordinazione, nel caso di “bail-in” le perdite su di esso ricadrebbero soltanto dopo le azioni e le obbligazioni subordinate, ma prima delle obbligazioni garantite e dei conti correnti e deposito.

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