Il business delle crociere se l’è vista proprio brutta durante la pandemia. Le grandi società internazionali hanno sfiorato il fallimento, evitato anche grazie agli aiuti statali. Ed è stato inevitabile il contraccolpo finanziario, che ha trascinato negli abissi obbligazioni come quelle emesse da Carnival Corp. Queste perdevano nel 2020 il loro status “investment grade” (IG). I declassamenti delle agenzie di rating le rendevano “spazzatura”, vale a dire ad alto rischio di insolvenza.

Risalita verso status “investment grade”

Ma il periodo nero è stato superato.

Carnival ha annunciato nei giorni scorsi di avere già prenotazioni per il 2024 pari ai due terzi dei posti disponibili e a prezzi molto più alti di quest’anno. Ha chiuso il trimestre settembre-novembre con un balzo del 40% tendenziale per i ricavi, un reddito operativo pari a 384 milioni di dollari (dal rosso di 1,135 miliardi di un anno prima) e un debito in discesa al 30 novembre a 30,6 miliardi dai 34,5 miliardi di un anno prima.

A seguito di questi dati, S&P ha alzato il rating di due gradini a BB-, mentre Moody’s lo mantiene a B2. Le obbligazioni Carnival restano “high yield”, ma la risalita verso lo status IG prosegue. A beneficiarne sono i relativi prezzi, che nel corso di quest’anno hanno registrato una performance a dir poco spettacolare. Durante la pandemia, la società si trovò costretta a rimpinguare le proprie casse con nuove emissioni sul mercato a tassi stellari, i quali superarono anche l’11% per scadenze brevi.

Performance stellare per obbligazioni Carnival

Prima della pandemia, invece, le cedole erano relativamente a buon mercato. Prendiamo le obbligazioni Carnival con scadenza 1 marzo 2027 e cedola 5,75% in dollari (ISIN: USP2121VAL82). La quotazione è schizzata dai 68,25 centesimi di un anno fa a 96,56: +41,50%. Includendo la cedola riscossa nel periodo considerato, il rendimento annuale risulta essere stato di circa il 50% nel caso di disinvestimento.

Un altro bond in dollari con scadenza 1 agosto 2028 e cedola 4% (ISIN: USP2121VAM65) ha segnato un rimbalzo di prezzo prossimo del 20% a più di 93 centesimi. Rendimento complessivo del 25%. E il bond 1 giugno 2030 con cedola 10,5% (ISIN: USP2121VAP96), sempre in dollari, è passato da 78 centesimi a 109 (+40%), portando il rendimento annuale sopra il 53%.

E passiamo alle obbligazioni Carnival in euro: la scadenza 1 marzo 2026 con cedola 7,625% (ISIN: XS2264155305) è salita da meno di 80 centesimi a oltre la pari, segnando un apprezzamento del 25% e un rendimento complessivo di quasi il 35%. Infine, la scadenza 28 ottobre 2029 con cedola 1% (ISIN: XS2066744231) è salita da quasi 38 a più di 70 centesimi per un apprezzamento dell’87,50% e un rendimento totale del 90%.

Coraggio premiato anche in borsa

Ancora un anno fa, il rischio che le obbligazioni Carnival giocassero brutti scherzi era altissimo. Il coraggio è stato evidentemente premiato. Il rischio è oggi inferiore, pur restando elevato. Gli stessi rendimenti lungo la curva si mostrano ancora allettanti. Ulteriori upgrade delle agenzie di rating riverserebbero capitali freschi sui titoli, a beneficio dei prezzi. Le stesse azioni sono balzate quest’anno di oltre il 130%, a riprova del ritrovato ottimismo per un business collassato sotto i colpi dei “lockdown”.

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