Vi ricordate della Banca Commerciale Italiana, nota anche come Comit? Cessò di esistere come entità autonoma nel 2001, quando divenne Banca Intesa. Un pezzo di storia italiana che ha dovuto fare i conti con il risiko bancario del nuovo millennio. Ma c’è qualcosa che ancora oggi sopravvive all’istituto: le obbligazioni a 30 anni emesse nel febbraio del 1998 (ISIN: IT0001200390). Si trattò di un zero coupon, cioè di un titolo senza cedola. E proprio per questo non vi stupirete se il prezzo di emissione fu molto basso: appena 18,65 centesimi.

A proposito, non c’è più neppure la valuta di emissione del tempo: la lira italiana. L’euro sarebbe entrato formalmente in vigore dal 1999 e nelle nostre tasche solo a partire dal 2002.

Emissione zero coupon al 5,75%

A quei prezzi, le obbligazioni a 30 anni offrivano un rendimento lordo alla scadenza del 5,75%. Attualmente, si acquistano per circa 84 centesimi e presentano una durata residua di 4 anni e 4 mesi. Dunque, facendo i calcoli rendono al momento circa il 4,10%. Cerchiamo di calcolare, invece, quanto avrebbero reso dall’emissione ad oggi. Il rapporto tra 84 e 18,65 centesimi ci esita un rendimento lordo complessivo di oltre il 350%. Suddividendo per i 25 anni e 8 mesi di durata dell’investimento, otteniamo il 6% lordo all’anno.

Queste obbligazioni a 30 anni scontano un’imposizione fiscale del 26%. Ma fino al 30 giugno 2014, l’aliquota era al 20%. Grosso modo, dai calcoli desumiamo che il rendimento netto si sarebbe aggirato a poco meno del 5% su base annua. C’è da tenere in mente ancora l’inflazione. Perché è evidente che il denaro investito nel lontano 1998 non abbia più lo stesso valore dopo oltre un quarto di secolo. L’Istat ci dice che i prezzi al consumo in questo periodo così lungo siano aumentati di oltre il 68%, pari a una media dell’1,9% all’anno.

Obbligazioni a 30 anni, rendimento batte inflazione

Dunque, sottraendo questo dato dal rendimento netto, otteniamo finalmente il rendimento netto reale, che è quello che ci interessa e ci consente di capire effettivamente quanto abbia fruttato il nostro investimento.

Il risultato per noi è positivo, attestandosi a quasi il 3%. Significa che, detratte le tasse e l’inflazione, il capitale ci ha reso quasi il 3% all’anno. Ottimo, se non fosse che quel capitale non ci abbia fruttato un solo centesimo per più di 25 anni, se non virtualmente. Infatti, non ha staccato cedole. E questo verosimilmente avrà tenuto lontani gli investitori retail, dato che gli zero coupon si prestano meglio per investimenti speculativi e di soggetti istituzionali con un orizzonte temporale medio-lungo.

Quanto al rendimento attuale, grosso modo siamo dinnanzi allo stesso dato di un BTp a 5 anni. Con la differenza che questi sconta una tassazione del 12,50%. Dunque, acquistare oggi le obbligazioni a 30 anni dell’ex Comit non si rivelerebbe una buona idea, se non nell’ambito di una strategia di diversificazione del portafoglio.

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