Tasso fisso o variabile? E’ la domanda che moltissimi italiani si stanno ponendo a proposito di mutui, ma in questo caso stiamo interrogandoci in qualità di creditori e non di debitori. In una fase di alti tassi di interesse come questa è più allettante un bond che stacca cedole fisse o quello che offre cedole variabili? Cercheremo di rispondere studiando l’obbligazione di Banca IMI con scadenza 26 gennaio 2026 (ISIN: XS1341083555). Taglio minimo di 1.000 euro, è evidentemente rivolta al mercato dei piccoli investitori, cioè alle famiglie.

L’emissione risale al 2016, per cui il titolo ebbe una durata iniziale di dieci anni. Per i primi due anni, le cedole furono fisse e pari al 3,10% lordo. Dal terzo anno in poi, ovverosia dalla data di pagamento del 26 gennaio 2018, la cedola è diventata variabile e pari all’Euribor a 3 mesi aumentato dello 0,75%. E’ stato fissato un “floor” dello 0% a favore degli obbligazionisti, dunque la cedola non potrà mai assumere valore negativo.

L’obbligazione Banca IMI tratta appena sotto la pari, a circa 99,48 centesimi, offrendo un rendimento lordo alla scadenza in area 4,70%. A gennaio, staccherà una cedola ai possessori pari al 3,25% del capitale nominale. Infatti, due giorni prima dell’inizio dell’attuale periodo di godimento cedolare, l’Euribor a 3 mesi valeva il 2,50%. Sommato al margine dello 0,75%, otteniamo il 3,25%. E quale sarà la prossima cedola per l’anno che inizierà il 26 gennaio 2024 e si concluderà il 26 gennaio 2025? Dipenderà dal valore che assumerà l’Euribor a 3 mesi il prossimo 24 gennaio.

Obbligazione Banca IMI scommessa sui tassi

Lo scorso venerdì, esso era pari al 3,956%. Assumiamo che resti invariato almeno fino al 24 gennaio. La prossima cedola sarebbe intorno al 4,70%. Poiché acquisteremmo l’obbligazione Banca IMI sotto la pari, il rendimento risulterà appena superiore. Chiaramente, esiste il rischio che da qui a gennaio i tassi di mercato scendano, magari anche tanto per effetto di una qualche svolta monetaria annunciata o attesa dagli investitori.

Diciamo subito che per il momento non si sconta un calo repentino dei tassi. D’altra parte, l’Euribor ha smesso di salire da qualche settimana a questa parte. La Banca Centrale Europea si è già presa una pausa sui tassi e probabilmente non li aumenterà più, avendo posto fine al ciclo restrittivo.

Il tasso variabile è sempre una scommessa. L’obbligazione Banca IMI ci offrirebbe un rendimento congruo per un investimento di poco superiore ai due anni, stanti le condizioni di mercato attuali. Si rivelerebbe poco remunerativa se nei prossimi mesi i tassi scendessero. Nel caso poco probabile che i tassi salissero nettamente da qui a gennaio, avremmo acquistato il bond a prezzi scontati, inserendo in portafoglio un asset più remunerativo delle previsioni.

[email protected]