Nei giorni scorsi, il Tesoro ha pubblicato sul suo sito online l’aggiornamento del programma di emissioni di titoli di stato per il secondo trimestre. Saranno tre i nuovi BTp:

  • scadenza 15/08/2025 per 9 miliardi di euro;
  • scadenza 15/06/2029 per 10 miliardi di euro;
  • scadenza 01/12/2032 per 10 miliardi di euro.

Dunque, attraverso questi tre bond dovranno essere raccolti non meno di 29 miliardi. Una cifra imponente, come lo è il fabbisogno dello stato in questa contingenza. Il nuovo BTp a 10 anni sarà forse la novità più attesa dalle famiglie.

Ha una durata adatta a chi vuole investire su un orizzonte temporale lungo, ma non eccessivo. Finora, però, i bassi rendimenti hanno tenuto alla larga il canale retail da questa scadenza. Le cose stanno iniziando ad avere diversamente, pur paradossalmente peggiorando in termini reali, dato che l’aumento dell’inflazione risulta ad oggi superiore a quello dei rendimenti nominali dei bond.

Nuovo BTp a 10 anni e “super” cedola

Il nuovo BTp a 10 anni dovrà evidentemente offrire al mercato un rendimento almeno pari al decennale già in circolazione, in scadenza l’1 giugno 2032 e con cedola 0,95%. Fu emesso solamente pochi mesi fa, quando le condizioni sui mercati erano tutt’altre. Ieri, lo stesso titolo superava il rendimento del 2,20%. E riteniamo che, a condizioni invariate, questa possa essere anche la cedola offerta dal Tesoro sulla nuova emissione. Pensate che un anno fa, tale tasso d’interesse fu offerto in relazione al BTp 2072, cioè a una scadenza di durata residua superiore ai 50 anni.

Il 2,20% lordo non è un affare. Corrisponde a circa l’1,70% al netto dell’imposta sui redditi finanziaria e di bollo sul conto titoli. Tuttavia, in una prospettiva di lungo periodo, questo bond riuscirebbe a proteggere i nostri risparmi, se non del tutto, almeno da gran parte dell’inflazione attesa. Del resto, è da diversi decenni che abbiamo smesso di comprare titoli di stato per mettere a frutto il denaro.

I BTp servono a racimolare qualcosa senza rischiare sostanzialmente nulla. Probabile, infine, che i rendimenti di mercato continuino a salire da qui all’emissione del nuovo BTp a 10 anni, costringendo il Tesoro a fissare una cedola ancora più alta.

[email protected]