Ci saranno quattro nuovi titoli di stato in emissione nel corso di questo terzo trimestre appena iniziato. Da qui alla fine dell’anno, le scadenze a medio-lungo termine offerte sul mercato ammonteranno a 118 miliardi di euro secondo le stime del Ministero di economia e finanze. L’importo risulta essere di 33 miliardi inferiore ai bond da rinnovare. Le famiglie dal 2022 stanno facendo incetta di titoli di stato per cercare di aumentare il rendimento del loro portafoglio d’investimenti. Non ci sono ancora alternative così a basso rischio e altrettanto remunerative.

Tra i nuovi bond potrebbe attirare il loro interesse il BTp a 7 anni con scadenza 15 novembre 2030.

L’attuale “benchmark” arriva a scadenza in data 15 giugno 2030 (ISIN: IT0005542797). Esso stacca cedola lorda annuale del 3,70% con corresponsione semestrale. Non sappiamo quale sia la cedola del nuovo BTp a 7 anni. Sarà comunicata a ridosso della prima emissione. Possiamo già, comunque, fare una previsione sulla base dei rendimenti vigenti sul mercato. Il bond del Tesoro in scadenza a inizio dicembre 2030 offre stamane poco più del 3,85%, esattamente quanto il “benchmark”. Ciò ci spinge ad ipotizzare che, a condizioni di mercato invariate, il Tesoro fissi un tasso d’interesse lordo annuo proprio del 3,85%.

Nuovo BTp a 7 anni con rendimento netto reale positivo?

Se così fosse, sarebbe di poco superiore al 3,70% attuale. Per gli obbligazionisti una buona notizia. Potrebbero investire in maniera ancora più proficua rispetto ai mesi passati. Il rendimento netto scenderebbe in area 3,35%. Sarebbe più che sufficiente a coprire l’inflazione media annua attesa in Italia da qui al 2030. Dovrebbe aggirarsi intorno al 2% o forse meno, stando al mercato. Dunque, il nuovo BTp a 7 anni debutterebbe prospettando un rendimento netto reale superiore all’1%, persino possibilmente vicino all’1,50%.

Molto dipenderà dalla data in cui avverrà l’emissione e dalle condizioni di mercato per allora vigenti. In Italia, il BTp a 7 anni è molto ghiotto proprio tra le famiglie, in quanto scadenza-limite per gli investimenti.

In genere, il retail si mantiene sul tratto a 3-7 anni come orizzonte temporale, anche se non mancano coloro che si azzardano a puntare sulle scadenze ultra-lunghe per cercare di portare a casa rendimenti maggiori e prospettive più allettanti sui prezzi con il calo dei tassi futuro. La decelerazione dell’inflazione di questi mesi starebbe mettendo in evidenza i rendimenti lungo la curva, non facilmente replicabili nei prossimi anni nel caso di una crescita dei prezzi al consumo nell’Area Euro intorno al target BCE del 2%.

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