L’annuncio era stato dato al termine della scorsa settimana e lunedì 26 giugno è iniziato il collocamento del primo bond in dollari di Petrobras dal 2021. La compagnia petrolifera brasiliana controllata dallo stato punta a raccogliere 1,25 miliardi di dollari. L’emissione riguarda un’obbligazione della durata di dieci anni. La data di scadenza è stata fissata per il 3 luglio 2033. E l’offerta si concluderà proprio lunedì 3 luglio. Molto interessante la cedola del 6,50% fisso lordo, corrisposta su base semestrale. E c’è da aggiungere che il prezzo di emissione sarà leggermente sotto la pari: 99,096 centesimi.

Ciò fa sì che il rendimento offerto agli investitori sia del 6,625%.

Compagnia fu epicentro tangentopoli brasiliana

L’offerta, tuttavia, esclude gli investitori retail o individuali dell’Area Economica Europea. Questo significa che, almeno in fase di collocamento, il bond Petrobras in dollari non sarà acquistabile dalle famiglie residenti in Italia. Trattasi di un’obbligazione “unsecured”, cioè non garantita. L’investimento sarebbe teoricamente a rischio medio-alto, poiché l’emittente ha rating bassi: BB- per S&P e Fitch, Ba1 per Moody’s. In parole povere, il debito della compagnia è giudicato “non investment grade”, altrimenti noto come “spazzatura”.

Nei dodici mesi al 31 marzo 2023, Petrobras ha maturato un utile netto complessivo di 181,93 miliardi di real. Al tasso di cambio di ieri, parliamo di oltre 38 miliardi di dollari, cioè circa 35 miliardi di euro. E’ vero che la compagnia ha un elevato indebitamento: 43,6 miliardi di dollari. Ma in rapporto al capitale o equity incide per il 55%. E dall’apice toccato nel 2014, quando raggiunse i 134 miliardi, la riduzione è stata di ben i due terzi. Quell’anno, infatti, partirono le indagini attorno a una colossale corruzione politica che riguardava essenzialmente la politica negli anni della presidenza Lula e a seguire. Il caso “Lava Jato” ebbe conseguenze drammatiche per le istituzioni brasiliane.

Bond Petrobras, rischi da cambio e transizione energetica

Nel frattempo, Lula è tornato alla presidenza per il suo terzo mandato non consecutivo.

Se vogliamo, questo rappresenta il rischio effettivo maggiore per l’investimento. Petrobras è stata utilizzata e continua ad essere percepita come un bancomat dal governo di sinistra, tramite il quale finanziare i sussidi elargiti alla popolazione. Detto ciò, l’altro rischio concreto ha a che fare con il cambio. Il bond Petrobras è denominato in dollari, valuta apparentemente destinata a deprezzarsi contro l’euro nei prossimi anni. Questo scenario impatterebbe negativamente sul valore del capitale alla scadenza o alla previa data di disinvestimento.

Infine, va detto che acquistando bond Petrobras ci si espone alla congiuntura economica globale. I titoli del debito delle compagnie petrolifere risultano maggiormente rischiosi quando il prezzo della materia prima venduta dall’emittente si deprime. E ciò accade generalmente quando l’economia mondiale va male. Nello specifico, però, anche la transizione energetica avviata dall’Occidente (e non solo) minaccia la sostenibilità dei debiti petroliferi. In effetti, anche in una condizione di crescita le economie di Nord America ed Europa potrebbero nei prossimi anni ridurre i consumi di idrocarburi, colpendo le quotazioni del greggio.

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