Il Ministero di economia e finanze ha reso noto che nel corso del secondo trimestre procederà all’emissione dei nuovi BTp a 3 anni e a 7 anni. Il primo sarà emesso per un controvalore minimo di 9 miliardi, il secondo per 10 miliardi di euro prima che vengano rimpiazzati da nuovi titoli della medesima scadenza. Quanto alle date fissate per il rimborso dei due bond, saranno le seguenti:

  • BTp 3 anni: 15 luglio 2027
  • BTp 7 anni: 15 luglio 2031

Nuove emissioni a distanza di pochi mesi

All’inizio di quest’anno, il Tesoro emise quelli che risultano essere attuali i BTp a 3 e 7 anni.

Le rispettive scadenze sono il 15 febbraio 2027 e il 15 febbraio 2031. Il primo offre una cedola lorda annuale del 2,95%, il secondo del 3,50%. Il loro andamento rispetto alla prima tranche ad oggi è dicotomico. Il bond triennale quota un po’ sotto la pari, il settennale poco sopra di essa. Il primo offre un rendimento in area 3,15%, il secondo di circa il 3,40%.

Nel secondo trimestre vuol dire che il Tesoro potrà procedere alle due emissioni a partire dalla prossima settimana. I 19 miliardi che intende come minimo raccogliere non dovranno necessariamente essere incassati entro fine giugno. Quello sarà l’ammontare prima che si avranno emissioni di nuovi BTp a 3 e 7 anni, vale a dire con le nuove scadenze. E verosimilmente, ciò avverrà già nel corso del terzo trimestre o al massimo entro fine anno.

Ecco le possibili cedole

In base alle attuali condizioni di mercato, il nuovo BTp a 3 anni offrirebbe una cedola lorda annuale del 3,15%. E il BTp a 7 anni staccherebbe il 3,40%. Sono tassi in discesa rispetto ai “benchmark” presenti. Considerate, però, che i rendimenti nei prossimi mesi potrebbero proseguire la discesa con l’avvio del taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea. Molto probabile che l’allentamento monetario inizi a giugno, quando il costo del denaro sarebbe ridotto dello 0,25%.

Sempre il Tesoro ha comunicato di avere emesso al 29 febbraio scorso il 19% dei titoli di stato a medio-lungo termine previsti per l’intero anno. E la percentuale sale al 33%, considerate le emissioni effettuate e quelle annunciate di marzo. Questo significa che lo stato di avanzamento del programma procede a tappe forzate. In pratica, il governo ha già incassato un terzo dei fondi da raccogliere nell’intero 2024, anche se siamo ancora a un quarto dell’esercizio.

BTp 3 e 7 anni attrattiva per famiglie

La vita media del debito pubblico risultava salita a fine febbraio a 7,03 anni dai 6,97 anni di fine dicembre. E il costo di emissione nei primi due mesi dell’anno era sceso al 3,62% dal 3,76% di fine 2023. Questi numeri ci dicono che il Tesoro non avrà l’impellenza di emettere nuovi titoli del debito nei prossimi mesi a condizioni di mercato che dovessero rivelarsi eventualmente poco favorevoli. Certo, c’è da aggiungere che l’intero funding a medio-lungo termine è atteso sopra i 350 miliardi. E considerati i Bot, si arriverebbe facilmente a ridosso dei 500 miliardi. Le nuove emissioni potranno attirare ulteriori investimenti delle famiglie, data la loro durata. Il BTp a 3 anni si rivela più ambito per il mercato retail. E il BTp a 7 anni è un titolo rappresentativo dell’andamento generale del debito pubblico, vista la sua coincidenza con la vita media di questi.

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