Giornata ricca di appuntamenti per le banche centrali. Non c’è solo il board della BCE a riunirsi in queste ore. Dalla Turchia alla Norvegia, dalla Svizzera al Regno Unito, gli istituti sono chiamati in queste ore ad esprimersi sui loro prossimi passi in politica monetaria. E proprio la Norvegia ha annunciato il secondo rialzo dei tassi in meno di tre mesi. Il costo del denaro sale da 0,25% a 0,50%. La Norges Bank spiega che altri aumenti seguiranno nei prossimi mesi.

Il rialzo dei tassi norvegesi è dovuto all’inflazione, salita al 5,1% a novembre, ai massimi da ottobre 2008.

Del resto, l’economia scandinava veleggia verso tassi di crescita sostenuti. L’OCSE stima +4,2% per il 2021 e 2022. Nel 2020, il PIL scese di appena lo 0,7%. Dunque, non vi sarebbe ragione alcuna per continuare a tenere bassi i tassi d’interesse. E così, la stretta monetaria ha rafforzato nel frattempo la corona norvegese, che nell’ultimo anno segna +4% contro l’euro.

Tassi Norvegia su, bond giù

Proprio grazie a questo trend positivo, chi avesse investito un anno fa nelle obbligazioni di stato di Oslo, adesso potrebbe disinvestire esitando un saldo attivo. Il bond a 10 anni con scadenza settembre 2031 e cedola 1,25% (ISIN: NO0010930522) si è deprezzato dell’1,6%, scendendo a meno di 98 centesimi. D’altra parte, in questi 12 mesi ha offerto una cedola dell’1,25% e con l’effetto cambio il titolo oggi risulta apprezzatosi del 2,4%. In totale, il guadagno si attesterebbe al 3,6%.

Analogo il risultato per il bond a 3 anni con scadenza marzo 2024 e cedola 3%. In questo caso, la quotazione è scivolata del 3,8%, mentre la cedola incassata nel periodo e rapportata al valore dell’investimento è stata del 2,8%. Includendo l’effetto cambio, l’obbligazionista dell’Eurozona metterebbe a segno un guadagno del 3% in 12 mesi. Sarebbe tutt’altro che da buttare, trattandosi di “safe asset”, cioè di beni rifugio per i capitali. Il debito norvegese gode della tripla A.

Grazie ai proventi del petrolio, il paese ha istituito un fondo sovrano che vale otto volte il debito. In soldoni, Oslo non solo non è formalmente indebitata, ma risulta in forte attivo.

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