I bond di El Salvador sono senz’altro i grandi perdenti di questa fase sui mercati obbligazionari globali, già di per sé in fortissima crisi negli ultimi mesi. Tanto per rendervi conto, la quotazione delle obbligazioni con scadenza nel gennaio 2027 è crollata da 60 a 25,60 centesimi solo quest’anno. Ma secondo Simon Waever, global head at credit strategy di Morgan Stanley, queste obbligazioni emergenti sarebbero state “trattate male” sui mercati e ritiene che debbano essere vendute a poco meno di 44 centesimi. In altre parole, vi sarebbero un grosso margine di miglioramento per i prezzi.

Il manager sostiene anche che da qui a un anno El Salvador non andrebbe in default. Ammette, tuttavia, che la stretta monetaria globale non consentirebbe ai prezzi di tendere al loro “fair value”. Ad ogni modo, ha nei fatti invitato i clienti della banca a investire in questi titoli.

C’è un bond di El Salvador in dollari a scadere nel gennaio prossimo per 800 milioni. Tratta a 65 centesimi, per cui offre rendimenti in linea con le attese di ristrutturazione del debito sovrano. Questo stato dell’America Centrale ha puntato sui Bitcoin sin dallo scorso anno. Il presidente Nayib Bukele è un suo strenuo sostenitore e l’ha imposto come valuta legale. La banca centrale ha acquistato “criptovaluta” per un controvalore di circa 100 milioni di dollari, sebbene i prezzi siano crollati dai massimi toccati nel novembre scorso.

Bond El Salvador giù sui rischi legati ai Bitcoin

Sta di fatto che il paese non riesce a trovare un accordo con il Fondo Monetario Internazionale per ottenere l’erogazione di un prestito con cui superare la scadenza tra pochi mesi. L’istituto resta fortemente contrario all’adozione di Bitcoin come valuta legale, sostenendo che esporrebbe l’economia domestica alla volatilità dei corsi. Difficile che, senza un passo indietro di Bukele, Washington accetti di sostenere El Salvador.

Peraltro, il paese ha ancora in programma di emettere obbligazioni legate ai Bitcoin – i cosiddetti bond “vulcano” – per 10 miliardi di dollari in dieci anni. A causa della crisi di credibilità dei programma, però, la prima emissione è stata rinviata di mese in mese e non se ne parlerà prima di settembre, sebbene aumentino le probabilità che non si terrà mai. Il mercato teme che questo indebitamento sui generis esponga i conti pubblici a ulteriori pressioni e che finisca per rendere il debito locale definitivamente insostenibile. La caduta dei prezzi nell’ultimo anno riflette proprio tali timori, così come anche l’allontanamento del paese dal mercato dei capitali classico e dagli aiuti internazionali.

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