Lo spread tra BTp e Bund a 10 anni si è allontanato dalla soglia dei 200 punti base e questo martedì è sceso fin sotto 190 punti dopo i dati su inflazione e PIL nell’Eurozona. Il rendimento decennale italiano si è abbassato anche a meno del 4,70%, quando era arrivato a sfiorare e persino ad oltrepassare il 5% nelle settimane scorse. La Banca Centrale Europea (BCE) ha messo in pausa l’aumento dei tassi di interesse giovedì scorso, ma adesso il mercato inizia a ritenere che vi sia in vista il primo taglio dei tassi.

Le scadenze brevi rispecchiano l’andamento della politica monetaria e le attese su di essa. Quando gli investitori scommettono sul taglio dei tassi, i rendimenti tendono ad aumentare sul tratto medio-breve della curva. Succede, infatti, che gli acquisti si concentrino sul tratto lungo per speculare successivamente sull’aumento dei prezzi. Non è quanto sta accadendo in queste settimane. Anzi, i rendimenti a breve stanno diminuendo. Sembrerebbe che il mercato non sconti un allentamento monetario da qui a poco tempo.

Bund ed Euribor segnali forti

Il problema è più complesso. Mettetevi nei panni degli investitori istituzionali come le banche, che sono poi coloro che fissano i prezzi sul mercato. Hanno la possibilità di depositare presso la BCE liquidità ed ottenere un tasso di interesse del 4% all’anno. Praticamente, senza far nulla e con rischio di credito zero. In alternativa, possono prestare denaro allo stato tedesco a breve termine e ottenere un certo rendimento, esponendosi ad un rischio di credito molto basso. Il Bund a 2 anni può considerarsi un buon proxy per le aspettative sui tassi sui depositi bancari della BCE. In meno di due settimane, il suo rendimento è sceso dal 3,26% al 3,06%. Un quinto di punto percentuale in meno, quasi equivalente ad un taglio dei tassi da un quarto di punto.

Questo significa che l’investitore trova sostanzialmente equivalente un rendimento tedesco del 3% per due anni ad un tasso del 4% sui depositi presso la BCE.

Dunque, da qui a due anni in media il tasso sui depositi si attesterebbe intorno al 3%. E c’è un altro indicatore che ci permette di seguire le aspettative sui tassi sui depositi: l’Euribor a 3 mesi. Le previsioni ci dicono che avrebbe toccato grosso modo i massimi e, guarda caso, la media dei prossimi due anni è attesa esattamente al 3%.

Taglio tassi BCE entro pochi mesi

Cosa significa? Il Bund a 2 anni ci segnala che ci sarà un taglio dei tassi già nei prossimi mesi. Ciò sta riducendo il premio richiesto dagli obbligazionisti per detenere BTp lungo la curva. Sul tratto biennale, ad esempio, questi si è ridotto di una decina di punti allo 0,75%. Come potete notare, trattasi di uno spread decisamente inferiore all’1,90% vigente sul tratto decennale. Ed è logico tale restringimento. Il taglio dei tassi ridurrebbe il rischio sovrano del debito pubblico italiano. I costi di emissione si abbasserebbero e con esso anche la spesa per interessi, il deficit e potenzialmente anche il rapporto tra debito e PIL. Questione di tempo e i rendimenti si abbasseranno in misura ben più consistente sul tratto a lungo.

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