Torna più alto che mai il rischio di default della Russia. Un’espressione che abbiamo sentito pronunciare più e più volte in questi tre mesi di guerra e che è stata sinora puntualmente smentita dai fatti. Ma oggi sarebbe diverso. Dall’invasione dell’Ucraina, infatti, l’Occidente ha comminato durissime sanzioni contro Mosca, specie di natura finanziaria. Tra le altre cose, hanno “congelato” gli asset della sua banca centrale sul proprio territorio, qualcosa come 300 dei 643 miliardi di dollari delle riserve valutarie pre-belliche.

La Banca di Russia rientra tra le entità oggetto di embargo e con cui è impedito a cittadini, banche e imprese occidentali intrattenere rapporti.

Default Russia più vicino dopo oggi

C’è stata una sola eccezione: il pagamento del capitale e delle cedole dei bond agli obbligazionisti stranieri. Fino al 25 maggio, cioè oggi, gli USA stanno consentendo a Mosca di onorare le proprie scadenze verso i creditori occidentali. Dopodiché, in assenza di una proroga, l’eccezione verrà meno. Questo significherebbe per il Tesoro russo l’impossibilità di onorare i pagamenti, non per mancanza di mezzi, bensì perché le transazioni sarebbero impedite, bloccate.

Dopodomani arrivano in scadenza due cedole di altrettanti bond russi, di cui uno denominato in dollari e l’altro in euro. In totale, parliamo di neppure 100 milioni di dollari. Poiché la Russia non sa ancora se potrà effettuarne il pagamento, ha provveduto ad accreditare le somme in anticipo di qualche giorno, così da rientrare nell’eccezione fissata fino alla giornata di oggi. Lo stesso Tesoro ha commentato che con questa operazione ritiene di avere adempiuto alle proprie obbligazioni.

Il punto è che la Russia potrebbe essere riuscita con tale stratagemma a sfuggire al default, ma i prossimi pagamenti restano più dubbi che mai. Entro la fine dell’anno, tuttavia, gli esborsi non sarebbero superiori a 1,9 miliardi. Ma se tecnicamente tali pagamenti non potessero avvenire, scatterebbe il default.

E il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen, ha lasciato intendere nei giorni scorsi di non avere alcuna intenzione di rinnovare quella che spiega essere stata una transizione finalizzata a consentire al mercato di liberarsi dei bond russi.

Bond Russia in caduta libera

E proprio il mercato si mostra molto scettico sulle chance della Russia di evitare il default. Vi ricordate del bond con scadenza 4 aprile 2042, il cui mancato pagamento della cedola in tempo aveva fatto temere l’evento creditizio nelle settimane scorse? Il pagamento fu effettuato quasi alla scadenza del periodo di grazia dei 30 giorni, ma oggi la quotazione del titolo giace sotto i 20 centesimi, per l’esattezza a 19,50 centesimi. Siamo sui livelli più bassi da inizio marzo, segno evidente che i timori siano elevati tra gli obbligazionisti.

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